Mauro@Lanari 3 / 10 03/10/2019 20:59:55 » Rispondi Don't believe the hype, il corretto mantra della nostra epoca Paul Dano assembla qualunque difetto d'un'opera indie: il pauperismo, l'affresco dell'esistenza yankee ridotta a copia seriale d'"American Gothic", la sudditanza vers'il cinema francese (come il primo Spike Lee o il mumblecore), in particolare verso la poetica dell'esordio di Truffaut (con tanto di camera-car che segue la fuga del giovane protagonista vessato dalla famiglia) e l'inquadrature fisse e vuote di Bresson. Ancor'una volta, meglio gl'originali.