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IO SONO UN EVASO regia di Mervyn LeRoy

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  28/12/2008 12:56:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Seconda opera di Marvin LeRoy dopo l' esordio con "Piccolo Cesare", e direttamente da "Scarface" di Hawks (che per inciso è molto più semplice ma geniale rispetto quello di De Palma, mi scusino lo dovevo fare), un personaggio sempre interpretato da Paul Muni ma dalle caratteristiche diametralmente opposte. Il ponte come simbolo del sogno americano in un Paese piegato dalla Grande Crisi, e un simbolo di evasione e di collegamento tra una realtà precaria -troppo stretta per un cittadino innocente- e la possibità di fuggirne. E' la storia di un uomo che potrebbe essere il cittadino modello, ma non è solo la storia di un uomo cittadino modello. E' anche una denuncia ai durissimi regimi carcerari di un tempo, ma non è solo una denuncia ai durissimi regimi carcerari di un tempo. E' anche un film che condanna una società che agisce e decide per il singolo individuo, ma non è solo una condanna a una società che agisce per nostro conto; questo film mostra soprattutto come non esistano edifici e regimi "correzionali", come la privazione della libertà non possa cambiare l' indole di una persona, se non in peggio. Proprio in questo senso l' ultimissima immagine -una dissolvenza di un primo piano- sulle parole "Rubo!", alla domanda "di cosa vivi ora?!" mette davvero rabbia. Ci sono ben altre istituzioni, e per fortuna l' Italia ne ha a disposizione, spero vengano sfruttate ancora meglio in futuro. Ma tanto di cappello a lui, Paul Muni, per quel che è a mio parere la più grande interpretazione della storia del cinema; i brividi lungo la schiena. E dato come questa venga sempre e tranquillamente attribuita al Brando de "Il Padrino", non mi sento di dire una cosa azzardata. Uno dei più importanti film di tutti i tempi, e senz' altro il migliore dei film carcerari. Un vero capolavoro.