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IL CIELO PUO' ATTENDERE regia di Ernst Lubitsch

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  23/10/2008 10:34:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il furbacchione di Lubitsch, nel 1943, decise di fare i conti con l' oste. Un montaggio ellittico a ripercorrere oltre 60 anni di carriera di questo Casanova -trovatosi alle porte dell' inferno per essere giudicato da Lucifero- Henry Van Cleeve, che in fin dei conti ha sempre amato una e una sola donna, quindi la narrazione si concentra esclusivamente sulle tappe del suo innamoramento, matrimonio, e morte, curato da un' infermiera interpretata da Gene Tierney, che ha avuto il ruolo della moglie Martha per tutto il film e morta prima di lui. Non c' è una sola battuta di dialogo che non sia impregnata del "tocco Lubitsch", stavolta davvero sublime e divertente, non sfacciato come l' ho sentito in altre sue pellicole. Il grande autore berlinese(non viennese come s'è fatto passare) riesce sempre nell' intento malinconico, ripreso da Wilder nei suoi capolavori più cinici, anche nelle situazioni più normali, riesce a non far passare volgare un tradimento tra cugini; riesce a trasmettere il senso di monotonia del matrimonio inquadrando più cravatte di seguito, una di colore diverso dall' altra, regali d' anniversario. In sè una pellicola geniale, strutturata forse in modo eccessivamente teatrale che comunque stupisce alla prima visione, ma annoia un po' alla seconda.