williamdollace 5½ / 10 06/01/2019 12:55:58 » Rispondi Schnabel usa la camera da presa come un pennello scaturito direttamente fuoriuscito dagli occhi di Van Gogh. Le immagini mistiche, dalla fotografia sferoidale e sokuroviana si accavallano alle parole sconnesse di Vincent, tutt'uno con la luce e la natura, in un impatto malickiano dalle forme fluide della mente. Il colore si fa scultura materica, decisione impellente, bisogno fisico permanente, follia emostatica che a intervalli priva la mente di Vincent del sangue della consapevolezza e della realtà. L'estetica visionaria e lucente però non coinvolge, si sbarazza di orpelli narrativi per vagare o correre come Vincent incontro all'oggetto del desiderio. Colpisce solo come un cinema inanimato, senza coltello fra i denti, senza pugni in faccia.