76mm 6 / 10 29/01/2019 15:44:51 » Rispondi Non volevo andarci ma alla fine mi sono lasciato vincere dalla curiosità di capire le ragioni dell'enorme successo ottenuto. Il motivo è semplice, è un film fatto apposta per piacere a tutti: buona musica, buoni sentimenti, scene madri à gogo e poco approfondimento sui lati oscuri della leggenda Mercury. Alcuni si sono lamentati delle troppe licenze e manipolazioni della realtà. Partendo dal presupposto che, da che mondo è mondo, i film biografici hanno quasi sempre romanzato i fatti reali (che epurati della mitologia che gli sta intorno sarebbero molto meno appassionanti), bisogna comunque fare una distinzione fra le invenzioni che abbelliscono la realtà e quelle che la falsano. Se le prime al limite possono far sorridere (o storcere il naso) ma fondamentalmente non influiscono più di tanto nella ricezione dei fatti,
Freddy Mercury che, la mattina stessa dell'esibizione al Live Aid, gira personalmente mezza Londra per cercare il cameriere con cui aveva parlato da strafatto una sera di diversi anni prima (fra l'altro penso alle facce che avrebbero fatto gli altri suoi ignari omonimi trovandosi Mercury alla porta), la riconciliazione lampo col padre con cui aveva tagliato i ponti da anni…
le seconde potrebbero effettivamente gettare una luce diversa su determinati aspetti della storia (quella vera) e questo non è molto corretto
far credere che Mercury al Live Aid fosse già consapevole della malattia (lo scoprirà solo un paio di anni più tardi) è una scelta sicuramente vincente dal punto di vista drammaturgico ma potrebbe instillare nei meno esperti l'idea che l'esibizione di Wembley sia stata così emozionale e sentita perché nascondeva la consapevolezza del suo triste destino mentre invece non c'entra nulla…
In definitiva un discreto film d'intrattenimento, fondamentalmente celebrativo, che non restituisce appieno la grandezza del Mercury artista e non scava (volutamente) nelle profonde contraddizioni del Mercury uomo. Si lascia vedere e godere, soprattutto per la musica, ma scivola via senza lasciare nessuno spunto di riflessione. Il bassista John Deacon, il cui ruolo all'interno della band stando a quello che si vede nel film è paragonabile a quello di Mauro Repetto negli 883 (mentre tutti riconoscono la fondamentale importanza dei suoi giri di basso in alcuni dei più grandi successi del gruppo), si è tirato fuori dal progetto, mentre May e Taylor, che ne escono appena un pelino meglio, $i $ono la$ciati convincere da qualche o$cura ragione a dare il loro con$en$o.