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HILL HOUSE - STAGIONE 1 regia di Mike Flanagan

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     10 / 10  11/03/2019 17:39:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancor prima di iniziare, "Hill House" (aka "The haunting" o "The haunting of Hill House") ha a suo sfavore tutti i pronostici, dettati da quell'importante potenziale di fallimento e frustrazione che attende dietro l'angolo, quando il seme di un'idea ambiziosa viene poggiato in un solco già profondamente percorso.

La casa posseduta è stata protagonista di copiosa cinematografia mondiale, non solo nella modernità, ma già nel secolo scorso (per esempio "The Amityville Horror" del 1979 o "The changeling" del 1980) e addirittura prima degli anni '50 ("La casa sulla scogliera" è del 1944).
Persino la formula della serie horror in una casa posseduta è un espediente già realizzato con discreti risultati ("American Horror Story – Murder House" del 2011 o "Haunted" del 2018).
E infine, nemmeno lo script è cosa nuova. Hill House viene dipinta per la prima volta, a tinte macabre, nell'eccellente romanzo "L'incubo di Hill House" (1959), per poi venire ritratta su schermo in diverse occasioni (vedi "Gli invasati" del 1963 e "Haunting - Presenze" del 1999).

Ne viene invece una storia intensa, con trama e struttura che distaccano "Hill House" da tutti i modelli e ispirazioni succitati, rendendolo a tutti gli effetti un prodotto nuovo, fresco e ben riuscito.
La serie si prende i tempi giusti per parlare non solo e non tanto di una reggia in cui si aggirano spettri, ma anche e soprattutto per narrare la complicata storia di una famiglia, i Crain: cinque fratelli, indissolubilmente legati nel bene o nel male ai loro genitori, che nella loro vita hanno dovuto convivere e spesso combattere contro i fantasmi paranormali ed interiori.
La psicologia dei personaggi e il senso degli eventi si svelano puntata dopo puntata e si approfondiscono mediante delicati flashback, ingranaggi della ruota dentellata di un tempo che ci ostiniamo ad immaginare erroneamente lineare.

"Hill House" si svela con bellezza in ogni dettaglio. Un cast superlativo, con recitazioni sopraffine di disperate donne bellissime e conturbanti, con personaggi dalla notevole profondità psicologica. In ambienti studiati alla perfezione per affascinare e intimorire, la psicologia del terrore viene predisposta nelle attese e nei dettagli nascosti. E' uno spettacolo bello da vedere, arricchito dai virtuosismi di una fotografia semplicemente meravigliosa e da eccellenze registiche sopraffine (l'episodio sesto, "Due temporali", è girato su stupefacenti piani sequenza).

Nel periodo storico delle serie televisive, molte delle quali si trascinano annacquate per anni tentando di vivere di rendita, "Hill House" ha l'ulteriore merito di avere un numero limitato di episodi (dieci) e di essere autoconclusiva. La seconda stagione infatti, recentemente annunciata, punterà su un cast completamente rinnovato e verterà su tutt'altra storia: pare infatti che l'ispirazione venga dal noto libro di Henry James "Il giro di vite" (1898), storia che mantiene nella possessione il fil rouge tematico della prima stagione. Sarà decisamente sfidante non deludere le aspettative giustamente alimentate da cotanto successo.

Applausi a scena aperta, insomma, per questa serie interamente firmata Mike Flanagan. D'altra parte, da un regista nato a Salem non ci si poteva aspettare niente di meno.