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NOTTI MAGICHE regia di Paolo Virzì

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The Gaunt     5½ / 10  11/11/2018 21:01:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Notti magiche è un film del 2018, ambientato durante i mondiali di calcio in Italia nel 1990 e che a sua volta nei suoi dialoghi o discorsi parla sempre al passato quando affronta l'argomento cinema. Perchè il film di Virzì parla del cinema italiano di quell'epoca.
Si evidenzia una certa insistenza nel sottolineare, per esempio, "è stato premiato", "ha diretto quel capolavoro" la tendenza a parlare del passato glorioso del nostro cinema, ma con scarse prospettive per il futuro. Futuro che dovrebbero essere i tre giovani ingenui protagonisti, finalisti del premio Solinas, ma che toccano con mano la crescente disillusione di un sistema finito e che si nutre in maniera parassitaria, proprio di quei giovani che sono la base del futuro.
In un certo senso si presenta lo stesso destino di quei giovani all'interno dei call center di Tutta la vita davanti. La macchina cinema, più delle altre, illude. Coloro che hanno fatto grande il cinema italiano, sono anche coloro che hanno fagocitato le nuove generazioni, le hanno spersonalizzate e costrette a lavorare in catene di montaggio di scrittura come "negri". E' il solito discorso delle vecchie generazioni che si nutrono di quelle nuove, che si parlano addosso, sbrodolando frasi ad effetto. Ciò che rimane è lo stesso effetto di quella semifinale persa ai rigori: l'amarezza.
In linea generale mi trovo d'accordo con questo aspetto che Virzì vuole evidenziare, cioé un mancato ricambio generazionale del nostro cinema, come una delle cause di quella stagnazione che ancora oggi persiste. Non che non manchino gli autori o attori (perchè ci sono), ma non riusciamo più a fare sistema come una volta. E' un film molto ambizioso in cui accanto ad un tema interessante e promettente sulla carta, si dimostra nello sviluppo poco solido e molto frammentario. Una sceneggiatura debole, specialmente nella caratterizzazione dei tre protagonisti che rimangono prigionieri dei loro stereotipi di base ed incapaci di sviluppare sfumature, oltre ad incongruenze e forzature abbastanza inusuali per Virzì, che oltre ad essere un ottimo regista, è anche un bravo sceneggiatore. Rimane quindi l'amarezza ulteriore di un film dall'ottimo potenziale, rimasto inespresso e che poteva essere più cattivo di quello che si vede sullo schermo.