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LA GRANDE ILLUSIONE regia di Jean Renoir

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Invia una mail all'autore del commento wega     9 / 10  21/10/2008 12:09:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La grande illusion" è in tutta onestà il miglior film pacifista di sempre. Tra fughe tentate con un laconico quanto obbligatorio distacco ironico dalla vicenda, e feste improvvisate per chi è costretto ad amare l' illusione. Il castello dove vengono trasferiti i protagonisti, trasformato in un campo di concentramento dal quale sembra impossibile evadere, è la metafora della condizione morale che accompagna qualsiasi evento di natura bellica, dove "ormai non crescono che ortiche", ed ecco quindi l' importanza simbolica di quell' unico fiore reciso dall' ufficiale tedesco per cordoglio dei due ufficiali francesi uccisi in un' altra tentata fuga; simbolo di una grande illusione, l' illusione di andare oltre la guerra. Un film molto semplice e per questo immediato ed estremamente intelliggibile, a questo proposito contribuisce la regia di Renoir sicuramente più classica rispetto ad altre sue pellicole del periodo. Eccellente cast di caratteristi, e gran prova di Stroheim.
eizenstein  14/01/2009 11:58:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Un film molto semplice e per questo immediato ed estremamente intelliggibile".
Non concordo, a me è sembrato estremamente complicato ed inestricabile. Secondo me Renoir, che ovviamente non da soluzioni, ha mischiato varie tipologie di rapporti: aristocratici-popolani, francesi-inglesi, guardie-prigionieri, cristiani/ebrei, soldati/contadini. E tutti questi piani continuano ad intersecarsi e l'uso delle lingue contribuisce a ciò, in quanto l'uso di francese, inglese o tedesco dipende dal contesto.
Ti dirò, Renoir da l'impressione di semplicità e linearità, ma più ci rifletti e più diventa complicato.
Invia una mail all'autore del commento wega  14/01/2009 13:14:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse hai ragione, ho visto magari io un messaggio molto lineare e semplice, però effettivamente, anche ragionando su un film come "La Regola del Gioco", il semplice rapporto borghesia/servitù è messo in opera in modo molto complesso, grazie anche a quel linguaggio geniale. Ed essendo vicinissimi, i due film, forse questo era da analizzare nello stesso modo. Effettivamente. E' che tra quelli di Renoir, è l' unico che registrai su cassetta e non l' ho più potuto rivedere. Sto anche aspettando di trovarlo di dvd, se c'è..