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THE DARK (2018) regia di Justin P. Lange, Klemens Hufnagl

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Godbluff2     6 / 10  15/10/2022 13:56:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è pure caruccio, piacevole, con alcuni bei momenti di fotografia... Ma è anche e soprattutto piatto. Tremendamente piatto.
Lodevole il suo voler ripercorrere la strada tracciata da quel capolavoro di "Lasciami Entrare" di Alfredson, che tuttavia gioca proprio in un'altra categoria, forse proprio un altro sport.
Avrebbe forse potuto essere un piccolo gioiello, ma a questo film manca qualcosa, gli manca forza espressiva e di sicuro pecca di una scrittura molto debole.
Il film mostra situazioni e racconta antefatti estremamente crudi, chiaramente, eppure non riesce proprio mai a dar loro la giusta forza; trasmette il "fatto" del dramma allo spettatore ma non gli trasmette "l'impatto"; personalmente non sono proprio riuscito ad entrare pienamente in empatia con i due giovani protagonisti, anche per via di una caratterizzazione psicologica che spesso pare solo abbozzata e uno sviluppo narrativo fin troppo lacunoso.
Eppure era iniziato bene, la sequenza e il dialogo nel negozietto sperduto e poi tutta la sequenza nel bosco che porta alla morte del maniaco, silenziosissima, in gran parte, ben girata con un'ottima resa d'atmosfera. La parte migliore del film.
Purtroppo, però, quando il film si concentra sul punto focale della vicenda, il rapporto tra queste due giovani e inguaiatissime vittime e ancor di più la riconquista della propria umanità (non solo morale e ideologica, anche fisica a quanto pare) da parte della piccola "zombie", come ho detto manca nel dar profondità al tutto.
Il percorso della protagonista, alla fin fine, non trova praticamente ostacoli e si risolve in maniera del tutto lineare, senza il minimo pathos; quelli che dovrebbero essere ostacoli o difficoltà vengono risolti immediatamente, quasi casualmente.
Non manca qualche riuscito momento di tenerezza, bello però più per lo spunto visivo dell'inquadratura che per altro, come nella scena dell'abbraccio, dove la costruzione dell'inquadratura, con le due figure decentrate su di un lato e il fascio di luce che li colpisce quasi diagonalmente attraversando l'intera stanza partendo dalla finestra, lasciando al buio il resto dell'ambiente, con un chiaroscuro molto netto, a me ha ricordato un deciso spunto alla Merisi, ma magari sono solo pazzo io eh.
La sceneggiatura, tuttavia, per l'intero film continua a lasciarsi dietro falle e buchetti, cose poco chiare (al di là della natura della protagonista, volutamente lasciata nel non-detto e va bene così) e approssimazioni. Però non è spiacevole da guardare, quantomeno dura 90 minuti e te ne fa percepire 60 un po' perché in fondo noioso non è, un po' perché è talmente vuoto che pare finire prima.
C'è stata l'intenzione di scrivere e girare una storia intima e delicata, ma il risultato dice secondo me che l'intenzione è stata mantenuta solo in minima parte.
Rimane un film carino, tutto sommato.