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BANDE A PART regia di Jean-Luc Godard

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ULTRAVIOLENCE78     9 / 10  06/02/2008 20:01:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto si svolge (così come in "Fino all'ultimo respiro") con un ritmo vorticoso e incalzante, iniziando con un tono scanzonato e giocoso per poi terminare in tragedia, e sempre sospeso in un clima surreale. Oggetto della trama è la concertazione di un piano di rapina e la sua messa in opera. I compilci di questa macchinazione sono tre "individui": Frantz, Arthur e Odile. Durante la narrazione delle loro azioni, Godard sembra soffermarsi e porre l'accento sulla mutevolezza e sulla caducità dei sentimenti umani, sull'instabilità e precarietà dell'andamento delle cose in virtù sia di un Fato imprevedibile sia della imperscrutabilità della natura dell'uomo. Anche lo stesso concetto di complicità viene messo in discussione attraverso lo sguardo del regista che indaga e scandaglia l'animo dei tre protagonisti, disvelandone un drammatica distanza: emblematica, a tal riguardo, è la frase con cui Frantz spiega a Odile come tutte le persone non sembrano "amalgamate" tra di loro, ma al contrario procedono per direzioni divergenti.
Si tratta di un grandissimo esempio di nouvelle vague, della quale il film in questione contiene tutti gli elementi più tipici. A questo proposito va segnalato il momento strepitoso del balletto dei tre protagonisti, interrotto dalla voce narrante che ne illustra i pensieri, dando l'idea di come gli stessi, pur impegnati insieme nell'atto della danza, siano mentalmente distanti gli uni dagli altri. O ancora la scena del silenzio in cui improvvisamente la musica del juke-box cessa di risuonare, sentendosi soltanto il brusio di sottofondo del bar ("un minuto di silenzio può durare un'eternità, se ben fatto" ). Non mancano neanche le situazioni paradossali tanto care a Godard (e che in "Week-end: un uomo e una donna da sabato a domenica" trovano il loro culmine): quali la lunga sparatoria, la finta morte della padrona di casa, Odile che dà da mangiare ad una tigre.
Memorabile è la sequenza della metropolitana: Odile che guarda il passeggero assorto chiedendosi perchè sembra così infelice, e Frantz che le risponde spiegandole che il modo in cui noi giudichiamo una persona non dipende da come essa è effettivamente bensì dalla nostra rappresentazione di essa, dal modo in cui ce la figuriamo: concetto pirandelliano che viene illustrato con un esempio eccezionale (quello della scatola da regalo). Sempre nella stessa sequenza, mentre Odile intona una canzone, salta agli occhi il contrasto tra la scritta gigantesca LIBERTE' di un manifesto affisso sul muro della metropolitana e il barbone dormiente per terra: di qui la critica alla società capitalista e borghese, che verrà poi ripresa e meglio enucleata in "Week-end: un uomo e una donna da sabato a domenica".
Gli amanti della nouvelle vague, e in particolare di Godard, non possono assolutamente perdersi questa pellicola.
ULTRAVIOLENCE78  06/02/2008 20:03:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oops, mi sà che ho rovinato la media... Vabbè, peccato veniale...