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LE CATENE DELLA COLPA regia di Jacques Tourneur

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Dom Cobb     7 / 10  09/02/2019 17:47:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Jeff Bailey sembra un comune padrone di una pompa di benzina in una sperduta cittadina di provincia; in realtà è un ex detective privato che cerca di lasciarsi alle spalle un passato colmo di errori e rimorsi. Quel passato però torna a bussare alla sua porta sotto forma di un losco affarista che gli chiede un apparentemente innocuo favore...
Ammetto che, non fosse stato per l'alta opinione che certi critici e registi moderni hanno per questo film, non ne avrei mai sentito parlare e, se anche ne avessi scorto il titolo, non gli avrei dato tanta importanza da andarmelo a cercare. Ma le lodi che se ne cantano sono così estreme da avermi fatto salire la curiosità. Alla fine, mi scusino i più esperti in materia, tutto questo mi sa di tanto rumore per nulla.
Intendiamoci, non stiamo parlando di un brutto film, e trattandosi di un genere per cui è impossibile non provare un minimo di fascino, anche questo sa bene come giocare le sue carte e sfruttare gli stereotipi a disposizione. In effetti, questo è uno di quei film che si bea dei cliché in cui naviga, una cosa che si riflette nella disinvoltura con cui tutti indossano le loro palandrane, cappelli e vestiti eleganti e soprattutto nell'ironia nera di cui abbondano i dialoghi.


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Quindi, a voler giudicare il film così com'è, non stiamo parlando di un prodotto disprezzabile, tanto più che, complice la breve durata di poco più di un'ora e mezza, fila via come un bicchiere d'acqua. Tra l'altro, le critiche a chi considera la trama troppo contorta e difficile da seguire sono abbastanza deboli, almeno per quanto riguarda me, visto che a conti fatti sono riuscito a seguire la storia senza troppi problemi; e di certo, questo non è niente in confronto agli autentici capolavori dell'incomprensibile come "Il grande sonno" di Hawks.
Il punto è che non capisco il motivo di tanta adorazione da parte dei suoi fan accaniti; non capisco perché, fra tutti i vari esempi, proprio questo viene menzionato da studiosi e critici come il non plus ultra del genere noir. Perché, dal punto di vista di chi scrive, il film di Tourneur non contiene nessun elemento capace di distinguerlo dalla massa e renderlo unico: la regia è sobria, ma abbastanza anonima, stessa cosa per la fotografia in bianco e nero che si limita a seguire il manuale. Perfino il cast se la cava in modo alquanto incerto: se si esclude Kirk Douglas, che se la cava bene nell'insolito ruolo del cattivo, gli altri sono tutti un po' sottotono, da un Mitchum volenteroso ma troppo giovane per il ruolo che interpreta a una Jane Greer che non regge il confronto con le varie Astor, Bergman e Stanwyck.
In definitiva, il film ha tutto quello che gli occorre per funzionare come puro e semplice divertissement, ma oltre a questo non può aspirare: gli manca uno stile preciso, una voce precisa. In un panorama che comprende titoli come "Il terzo uomo" o "La fiamma del peccato", trovo davvero strano che sia proprio questo ad attirarsi addosso così tanti plausi. Va' a capire...


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