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LONTANO DAL PARADISO regia di Todd Haynes

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Marco Iafrate     8 / 10  13/06/2011 22:01:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quanto sono belli i colori della natura.
Le immagini suggestive che aprono il film lasciano senza fiato, l’autunno, con il suo abbraccio, si impossessa dei viali alberati di una piccola cittadina del Connecticut , dal giallo intenso delle querce, al rosso/arancione degli aceri è un tripudio di colori, una trasformazione annuale che appaga la vista ed il cuore prima dell’arrivo dell’inverno che porterà un fascino diverso, quello della neve. Siamo negli anni ’50, due bambini giocano nel giardino colorato di una bella villa, la mamma è sulla soglia, aspetta il suo uomo che torna dal lavoro, si sente soltanto il cinguettare degli uccelli, un idillio, tutto è perfetto, è un paradiso terrestre, questo è quello che sembra.
L a vita può far male, la natura può far male. Siamo tutti uguali, un ammasso di cellule, carne ed ossa, la natura ha però operato qualche differenziazione su questa struttura, fuori e dentro; Fuori, facendo sì che non tutti avessimo lo stesso colore della pelle, dentro, facendo sì che non tutti avessimo gli stessi sentimenti, può accadere così che un uomo, sposato, con due figli, un bel giorno si innamori di un altro uomo e una donna bianca, moglie dell’uomo sposato con due figli, si innamori di un uomo nero. Il paradiso si allontana.
Certi sentimenti vanno repressi, a favore di chi?. L’anomalia sta nel fatto che il soggetto di cui si innamora Frank è del suo stesso sesso o risiede nel mancato rispetto di precise responsabilità verso la famiglia? Se Frank si fosse innamorato di una donna e sua moglie di un uomo bianco, il giudizio della gente sarebbe stato lo stesso? Probabilmente no. Il film, bellissimo, scava in profondità, all’interno dell’animo umano, quando le passioni oltrepassano un ipotetico livello di guardia ed espongono al dito puntato dei benpensanti, al giudizio di chi sembra incapace di accettare la personalità o la condizione di un individuo determinata com’ è e assegnata dalla natura.
Nell’intrico dei rapporti umani, dove si va dall’impossibilità di accettare la propria diversità, salvo poi riconoscerla e disprezzare quella degli altri, passando alla rassegnazione, ma anche ad una presa di coscienza, di Cathy di fronte a quello che comunemente viene chiamato “scandalo”, il film affronta indirettamente anche il tema dell’amicizia, è importante sottolineare come ci si soffermi spesso sul rapporto che lega Cathy con una sua vicina di casa, “la sua migliore amica alla quale deve confidare tutto”, infatti una vera, autentica amicizia presuppone una partecipazione oggettiva e del tutto disinteressata, e quella delle due donne sembra tale fin quando tutto rientra nella posizione e nel ruolo che a ciascuno viene assegnato dalle convenzioni, fin quando cioè non subentra un elemento di disturbo a crinare una stima che è soltanto di comodo quindi fragile ed evanescente.
Il messaggio della pellicola è quindi: “Non tutto è come sembra e l’animo umano è qualcosa di troppo complicato per comprenderlo fino in fondo. I sentimenti possono giocare dei brutti scherzi e a complicare le cose ci si mette anche il giudizio degli altri”.
Straordinaria l’interpretazione di Julienne More nel fluttuare all’interno del suo universo ovattato. Bellissima, ripeto, la fotografia, da sola vale il film. Anche l’occhio vuole la sua parte.