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SCANDALO A PHILADELPHIA regia di George Cukor

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Godbluff2     8½ / 10  01/06/2022 17:54:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'altro capolavoro della Commedia Screwball insieme a "Bringing Up Baby" di Hawks. "Philadelphia Story" è insieme la vetta raggiunta e il canto del cigno di un genere e di un modo di fare commedia a Hollywood, non perché sia l'ultima screwball realizzata in assoluto ma perché, all'alba degli anni '40, ne certifica la fine del periodo di maggior successo e brillantezza.
Per quanto mi riguarda, questo film è anche il migliore della carriera di Cukor, gran professionista del cinema che qui realizza un film praticamente perfetto.
Nato dalla determinazione di Katharine Hepburn, che acquistò i diritti per la trasposizione cinematografica, li rivendette alla MGM pretendendo il ruolo da protagonista e scelse personalmente l'amico George Cukor alla regia, suo regista prediletto in quanto a rapporti lavorativi e riformò l'affiatata coppia con Cary Grant; tutte scelte azzeccatissime.
Dopodiché l'abile regia invisibile di Cukor e la sceneggiatura straordinariamente ricca e brillante di Stewart (Donald eh, non Jimmy) hanno fatto il resto, e che resto.
Ha persino un vantaggio rispetto al "Baby" hawksiano: il vortice di situazioni e dialoghi è un po' meno torrenziale, giusto quanto basta per non finire il film con l'emicrania, pur restando su un ritmo rapido e sferzante.
Questa qui è forse la più grande interpretazione di Hepburn (ce ne sono molte, è ardua la scelta, perché scegliere poi, in fondo) che giganteggia nella maniera più assoluta, è stellare, è perfetta, è un vortice di carisma che accentra tutto verso di se. In un tipo di cinema che non si curava troppo di approfondire le psicologie dei personaggi, lei riesce comunque a restituire una notevole gamma di emozioni, di forza e insicurezza legate assieme, è adorabile, è di una bravura pazzesca.
Il film sarà la sua grande rivincita dopo gli insuccessi (alcuni abbastanza inspiegabili, tipo appunto "Susanna") della seconda metà degli anni '30 e la consacrerà definitivamente come una delle più grandi star nella storia di Hollywood. Katharine Hepburn è di una bravura avvolgente, ma James Stewart non le è poi da meno, totalmente a suo agio nel registro della commedia e Cary Grant, che fa il solito Cary Grant ma lo fa bene, conferma una naturale intesa con la sua partner prediletta di set, con duetti-duelli che sembrano coreografie formate da parole.
Non è solo il trio protagonista però a mandare al massimo i giri dei motori, c'è tutto uno stuolo di personaggi secondari ben caratterizzati e memorabili, interpretati molto bene da attori in grande sintonia con una sceneggiatura oliatissima che esalta i protagonisti e da comunque il giusto spazio agli altri dando la sensazione di una coralità generale davvero gustosa. Almeno l'interpretazione di Ruth Hussey va applaudita, perché è stata perfetta in un personaggio che è forse forse il mio preferito di "Philadelphia Story". Dialoghi e scambi di battute sono di altissimo livello e a livello formale, vabè, lì è improbabile trovarci cose che non funzionano.
Un film bellissimo, divertente, trionfo della commedia classica hollywoodiana, un piccolo capolavoro ancora oggi tutto da assaporare.