Manticora 8½ / 10 23/10/2018 20:45:56 » Rispondi Sollima prende il testimone da Denis Villeneuve e costruisce un film che si incastra perfettamente nella logica derivativa di Sicario e che probabilmente si concluderà con il finale di un trittico potente e distaccato. Comunque il valore aggiunto oltre a Stefano Sollima è sicuramente Taylor Sheridan, diventato probabilmente uno dei più interessanti sceneggiatori degli ultimi anni. La scrittura di Soldado è asciutta, senza fronzoli, realistica, concede poco alla spettacolarizzazione ma dà il senso di quella che è la nuova frontiera americana, quella con il Messico. Il tema dell'immigrazione come nuovo traffico che prende il posto delle droghe mette in risalto che la criminalità organizzata sà adattarsi a qualunque situazione, e soprattutto sà colpire duro
facendo arrivare quattro kamikaze dal Messico per colpire un supermarket
Ma ciò è soltanto l'inizio, perchè ritorniamo a seguire Matt Graver, agente della CIA che continua la sua personale guerra contro i cartelli messicani, ma non da solo. Se Graver rappresenta comunque gli interessi del governo statunitense, il sicario del primo film Alejandro, Benicio del Toro è semplicemente un altra pedina, di cui Graver si serve. Agitando la possibilità della vendetta contro il mandante del massacro della sua famiglia si serve ancora una volta del SICARIO che questa volta mira a Carlos, il boss del più potente cartello. Un personaggio che non vedremo mai neanche in questo film, la nemesi agisce, ma semplicemente attraverso i suoi uomini, trafficanti,poliziotti corrotti. Alla fine un ottimo colpo di scena prepara il terreno per un terzo film che dovrà mettere tutte le carte in tavola
uccidere una ragazzina non lo avrebbe portato più vicino a Carlos Rejes
nonostante la sua superiore pensi il contrario, bella colonna sonora, con un main theme riconoscibile, buone scene d'azione, e azione gestita benissimo, Sollima dimostra di essere un regista internazionale che può misurarsi con Hollywood senza finirne schiacciato, e forse dico, forse la sua carriera potrebbe prendere una direzione meno italiana e più internazionale.