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UN AFFARE DI FAMIGLIA (2018) regia di Hirokazu Koreeda

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Thorondir     8 / 10  13/09/2019 14:18:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Koreeda prosegue la sua analisi della famiglia giapponese e delle sue contraddizioni. Quì lo fa portando sullo schermo una famiglia disfunzionale che vive di espedienti e cerca ogni volta che può il sussidio statale (e fa capolino un certo sostrato politico che sottolinea le difficoltà economiche giapponesi). La tranquillità di questo nucleo famigliare sembra venir scossa dall'arrivo di una piccola bambina, accolta dalla famiglia prima con contrasti (soprattutto dal più piccolo) e poi via via accettata come parte della stessa. Ma qua e là vengono lasciati dei segnali su di una realtà diversa che poi viene esplicata nella seconda parte del film, dove si ribalta gran parte della costruzione precedente e dove Koreeda sembra volerci far rompere l'empatia che aveva costruito fino a quel momento. Perchè l'assunto fondamentale che sta alla base della pellicola è che se è vero che non possiamo sceglierci i genitori, è altrettanto vero che "non si è madre perchè si partorisce", ma è nell'amore e nella comprensione quotidiani che si costruisce la famiglia. E cinicamente Koreeda che ricorda che il denaro, e quindi le condizioni materiali di vita, è elemento altrettanto fondamentale della stabilità famigliare. Per tutto questo, per una regia posata, per la solita grande capacità del cinema orientale di rendere un'emotività sentita e mai mielosa e fine a se stessa, "Un affare di famiglia" è un film estremamente riuscito, toccante, semplice e tremendamente attuale, perchè racconta una realtà che accomuna il cosiddetto "occidente" e l'estremo oriente (in questo caso giapponese). E dove i figli subiscono sempre le decisioni dei genitori che non hanno scelto. Sembra quasi il film di un Ken Loach orientale.