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LA FAVORITA regia di Yorgos Lanthimos

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kafka62     8 / 10  13/02/2019 08:56:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Echi greenawayani ("I misteri del giardino di Compton House") e kubrickiani ("Barry Lyndon") si rincorrono in questo film sontuoso (non a caso candidato a ben dieci premi Oscar) e barocco, eppure così inconfondibilmente personale. In una corte in cui gli uomini, femminei e imbellettati, sembrano provare più interesse per la corsa delle oche e il tiro al bersaglio con le arance che per la politica, sono le donne a combattere crudelmente per il potere, in una lotta da virago senza esclusione di colpi che ha come obiettivo la conquista dei favori della regina, alcova compresa. Come Hollywood ci ha insegnato tante volte, chi parte svantaggiato, per natali e censo, non sempre è destinato a perdere: quello che conta alla fine è il talento, o magari il cinismo e un feroce istinto di sopravvivenza, tanto più importanti in una società fondata sul patriarcato e le differenze di classe. Lanthimos però non è affatto un regista hollywoodiano e, con il suo solito sguardo ambiguo e scettico, non sancisce in maniera classica vittorie e sconfitte, trionfi e fallimenti, ma accomuna vincitori e vinti in un destino comune, in cui venire esiliata o al contrario divenire la favorita della sovrana ha lo stesso amaro sapore di una libertà che sempre è costretta a soccombere, gregaria e sottomessa, di fronte al potere, ancorché esso sia un potere malato, imbelle e capriccioso come quello della regina Anna.
Il fatto di non avere le usuali responsabilità della sceneggiatura, anziché penalizzare Lanthimos, lo libera al contrario dal peso di allegorie a volte troppo ingombranti e gli permette di concentrare il suo innegabile talento sull'aspetto squisitamente visivo del film. L'uso insistito del fish-eye e della illuminazione naturale conferisce risonanze sorprendenti sia ai claustrofobici interni della reggia che, più sporadicamente, agli ariosi esterni del parco e del bosco. Il resto del mondo è suggerito solo per fugaci allusioni e apparizioni e sembra lontanissimo (anche la stessa guerra con la Francia, che pure è al centro delle preoccupazioni e degli intrighi di tutta la corte), lasciando spazio solo al lussuoso palcoscenico in cui le strepitose Rachel Weisz ed Emma Stone, con sofisticate perfidie e raffinatissimi "wits", si muovono come abili e scaltri giocatori alla ricerca della mossa definitiva e vincente per riuscire a dare "scacco alla regina".