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SUSPIRIA (2018) regia di Luca Guadagnino

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Manticora     7 / 10  13/04/2020 10:51:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luca Guadagnino è sicuramente un regista capace, nella messa in scena e nella scelta e direzione degli attori un pò meno forse nella costruzione delle storie che filma, non sempre è evidente ma qui invece a tratti è lampante. Il non-remake di Suspiria è subito balzato all'attenzione della critica, mentre il pubblico non lo ha particolarmente amato, anzi praticamente lo ha ignorato. Con questo non voglio dire che è un brutto film ma che probabilmente Guadagnino non ha saputo centrare le tematiche che sono presenti nella pellicola, molta carne al fuoco ma con una resa narrativa che a voler essere buoni a tratti lascia un pò perplessi. Chiariamo un punto, il film originale di Argento è fortemente sopravvalutato, l'ho visto diverse volte e non è che mi abbia colpito più di tanto, l'idea delle streghe nella scuola era interessante, ma alla fine la fissazione per la morte seriale prevale sulla narrativa di Argento, creando una pellicola che non spaventa ma soprattutto racconta quasi la stessa storia dei suoi film passati e successivi, la morte è femmina.
Qui Guadagnino parte da una trama che coinvolge, anche se sullo sfondo la realtà della Germania degli anni 70, con il terrorismo e la banda Bander Mainof che occupano le cronache. Seguendo poi Patricia, una ragazza della scuola di danza che ha scoperto che le donne che gestiscono la scuola non sono altro che una comunità di streghe che cercano giovani ragazze, per poi sacrificarle SEMBRA alle madri.
Dico sembra perchè per ben due ore Guadagnino fà avanti e indietro dalla scuola, fuori dalla scuola, seguendo poi il dottore Kemperer, frammenti di passato, il presente, la cronaca anche se tutto poi avviene all'interno della scuola di danza.
Passiamo alle note positive, senza ombra di dubbio Tilda Swinton mantiene per quasi tutta la durata della storia (due ore e mezza) la suspence e la tensione oltre che all'ambiguità sulle sue esperte spalle. Facendosi letteralmente in tre, così da occupare quasi ogni scena. Anche Dakota Johnson esplosa con cinquanta sfumature di ***** dimostra che non è soltanto una cometa effimera, la ragazza, nei panni di Susie interpreta un personaggio a tratti indifeso, a tratti conturbante, sessualmente ambiguo ma pregno di un magnetismo che cattura l'attenzione degli altri. Ma soprattutto

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I sei atti con epilogo portano la storia in una direzione sicuramente inedita, la danza come mezzo per invocare le madri ma soprattutto sembra NUTRIRLE CON L'ENERGIA DELLE PRESCELTE è anche questo qualcosa di inedito . Il sabba finale è un orgia di danza, follia e sangue, ma aimè si regge su di un equilibrio precario

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Insomma una conclusione comunque interessante, neanche tanto scontata per la verità, il problema è nella durata del film (due ore e mezza) e il fatto che alcune situazioni potevano essere raccontate meglio. Rimane comunque un film godibile, che fa della danza e della messa in scena i suoi punti di forza, oltre ad ovviamente le interpretazioni della Swinton e della Johnson.