paride_86 9 / 10 11/01/2019 22:12:40 » Rispondi Quest'ultimo film di Luca Guadagnino è probabilmente la sua opera più riuscita. Il "Suspiria" di Dario Argento - un classico nel suo genere - serve solo da spunto per la creazione di una storia che è un percorso profondo e spirituale individuale e collettivo.
In un crescendo di tensione, sapientemente costruito dalla regia e magistralmente interpretato dalle attrici, il nuovo "Suspiria" coinvolge lo spettatore tenendolo costantemente in bilico tra l'orrore che viene mostrato all'interno della scuola di danza e quello della Storia, che viaggia su un binario parallelo e complementare.
Secondo la mia personale opinione, una lettura freudiana del film, il vero protagonista del racconto è il Dottor Josef Klemperer.
Josef è un anziano terapeuta, il quale non ha mai superato la perdita della moglie, deportata in un campo di concentramento prima che lui potesse salvarla (lui, invece, è riuscito a scampare ai rastrellamenti grazie a un certificato di razza ariana). Josef si interessa di occultismo (nel suo studio c'è un libro a riguardo) e, quando si trova a curare Patricia, giovane ballerina disturbata, introietta la sua storia in una fantasia che ingloba gli elementi della sua vita personale. La ragazza, infatti, sostiene che la compagnia di danza in cui balla sia gestita da una congrega di streghe.
Il tema del film è il conflitto: lo troviamo in Josef, disperato per la perdita della moglie; nella scuola di danza, dove le streghe sono divise in fazioni pro Blanc e pro Markos (addirittura una strega arriva a suicidarsi); infine, lo troviamo nell'ambientazione, una Berlino separata dal Muro (la scuola si affaccia proprio su di esso. Nel film originale, invece, la compagnia era a Friburgo). Anche la protagonista, Susie, ha vissuto un forte conflitto (proviene da una famiglia Amish, contraria al suo interesse per il "mondo esterno"), ma lo ha superato inseguendo i suoi sogni in Germania.
Josef non crede nella stregoneria ma, come spiega esplicitamente in una scena del film, crede nei deliri soggettivi e collettivi e a come essi possano essere condivisi e tramandati mediante religioni e ideologie. La sua mente sconvolta trova nella stregoneria il filo conduttore metaforico tra il nazismo (il cui rapporto con l'esoterismo è noto) e il terrorismo rosso che sconvolgeva Berlino negli anni '70 (la stella a cinque punte ricorre continuamente sia nelle coreografie di Volk - in tedesco "popolo" - che nelle scene del sabba. Tale stella è anche il simbolo della RAF, ovvero la banda Baader-Meinhof).
A supporto di queste teoria ci sono alcuni eventi altrimenti poco logici. Per esempio: le streghe devono scegliere un testimone per il loro rito; perché proprio Josef? Il dottore si rivolge alla polizia per segnalare la scuola di danza e gli agenti che trova sono gli stessi che hanno cercato sua moglie decine di anni addietro. Come è possibile? Inoltre i poliziotti sono (relativamente) giovani per aver partecipato ad un'indagine di circa trent'anni prima. Lo stesso filone narrativo delle streghe appare senza uno scopo preciso, tralasciando la questione di stabilire l'erede di Markos.
Se invece assumiamo che tutta la storia sia una proiezione di Josef, risulta evidente che lui è proprio lo scopo finale dell'intreccio. Susie, infatti, è la figura deputata a sciogliere i conflitti e a riportare l'equilibrio. Essendo la reincarnazione di Mater Sospiriorum, elimina brutalmente tutte le sostenitrici di Markos all'interno della congrega ma, mostrando un lato caritatevole, dona la morte dolce alle ballerine che chiedono di morire. Nel finale del film, inoltre, Susie si reca da Josef per cancellare dalla sua memoria tutto ciò che riguarda il sabba e, prima di congedarsi, svela all'uomo il destino che ebbe la moglie. La storia che gli racconta (la moglie non ha subito torture, ma è morta al freddo, scaldata dalla compagnia di due amiche e dal ricordo del primo appuntamento col marito) sembra fatta apposta per donare pace e consolazione a Josef, come se questo fosse lo scopo finale dell'intera narrazione.
Ad alimentare la tesi di un film sui binari dell'inconscio e della proiezione di Josef ci sono anche altri indizi. Susie è americana e, a ridosso del Muro di Berlino, trionfa. Questa è una metafora importante che si riallaccia sia alla Seconda Guerra Mondiale che all'epoca del terrorismo degli anni di piombo, in cui la CIA e il KGB agivano in maniera sotterranea mentre alla luca del sole c'era la Guerra Fredda. Altra cosa: molti sostengono che sia la stessa attrice (Tilda Swinton) ad interpretare Josef, Madame Blanc ed Helena Markos. Se così fosse abbiamo l'ennesima dimostrazione che la chiave freudiana sia quella giusta per l'interpretazione del film (Josef = EGO; Helena Markos = ES; Madame Blanc = SUPER EGO).
Sono degni di nota anche i riferimenti al cinema di R.W. Fassbinder e i costumi che rendono le scene, specialmente quelle coreografiche e relative alle visioni, una gioia per gli occhi. Davvero bello, ce ne fossero di film così.