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SULLA MIA PELLE (2018) regia di Alessio Cremonini

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Alpagueur     7 / 10  11/10/2020 18:29:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il calvario giudiziario di un povero disgraziato. Stefano Cucchi ha solo avuto la sventura di trovarsi di notte, nel posto sbagliato al momento sbagliato, con addosso appena 20 grammi di hashish e un paio di bustine di cocaina (pronte, forse? per essere smerciate), fumando una sigaretta nella propria autovettura, in compagnia di un amico, che invece fumava uno spinello. Prima due carabinieri, in divisa, poi altri due, in borghese, lo hanno fatto scendere dalla macchina, gli hanno perquisito d'iniziativa la macchina, dopo di che la casa, poi lo hanno sbattuto da parte all'altra, Appia (la prima tragica notte sarà quella fatale), Casilina, Torsapienza, tribunale ordinario, Regina Coeli e infine la struttura complessa di medicina protetta dell'Ospedale "Sandro Pertini" di Roma, dove il povero ragazzo morirà tra l'indifferenza generale prima dei carabinieri, poi dei giudici, delle guardie penitenziarie, e infine dei medici. Per un assurdo processo alle intenzioni verrà subito pestato a sangue al volto, allo stomaco e soprattutto alla schiena (due fratture alla colonna vertebrale, che gli impediranno di urinare, di mangiare e di muoversi) e poi privato delle vitali pastiglie di rivotril che gli servivano per l'epilessia (di cui soffriva da tempo), sequestrate. Un dramma umano che getta più di un'ombra prima sull'arma dei carabinieri poi della polizia penitenziaria e poi sul sistema giudiziario italiano in generale (l'unico in tutta Europa che prevede l'ergastolo ostativo) e che ancora oggi non trova pace, come i casi di Gabriele Sandri, Carlo Giuliani e Federico Aldrovandi, altre vittime dello Stato, altri disgraziati come lui. I 3 carabinieri che lo hanno pestato la prima notte, in quella cella buia e fredda, saranno processati nel 2017 con l'accusa di omicidio preterintenzionale e abuso di potere, nel 2019 la sentenza emessa dalla corte d'assise di Roma colpevoli condanna due di loro a 12 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al pagamento delle spese legali e di centomila euro a titolo di provvisionale ad ognuno dei genitori della vittima. Molto bella e straziante l'interpretazione di Alessandro Borghi, un film che fa riflettere parecchio sulla giustizia italiana e sulle criticità del sistema penale e di quello medico. L'inizio mi ha ricordato quello famoso del "Maratoneta" di John Schlesinger, con Dustin Hoffman, del 1976, dove lui corre con la felpa a cappuccio. Purtroppo l'epilogo sarà diverso.
Alpagueur  11/10/2020 18:42:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
aggiungo solo che non avendo mai fatto del male direttamente a nessuno, ed essendo stato ricoverato in comunità diverse volte, oltre a soffrire di epilessia, era sicuramente un ragazzo che andava capito e supportato psicologicamente e non giudicato e peggio ancora picchiato in quel modo barbaro e invalidante. Con tutti i delinquenti in giro a gambizzare e uccidere la gente proprio a lui dovevano cercare, in un punto del film l'ha detto, aveva ragione.
topsecret  11/10/2020 22:09:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carlo Giuliani vittima dello stato? Disgraziato sì, ma vittima di se stesso.
Alpagueur  12/10/2020 13:31:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
diciamo di si, ci metto in mezzo anche Giuseppe Uva e Paolo Scaroni... la lista dei poveri disgraziati è lunga (Federico Aldrovardi, Riccardo Rasman, Giuseppe Uva, Paolo Scaroni, Stefano Gugliotta, Luca Morneghini, Michele Ferrulli, Tommaso De Michiel, Stefano Cucchi)
topsecret  12/10/2020 13:44:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Riguardo a Giuliani direi proprio di no. E' una deriva pericolosa far passare gente che delinque per martiri e vittime. Non conosco tutti i casi che hai citato perciò non ribatto, ma su Giuliani non sono affatto d'accordo.
Alpagueur  12/10/2020 22:45:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è una tua opinione, la rispetto ma non la condivido.