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LA SPOSA CADAVERE regia di Tim Burton, Mike Johnson

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Dylan81     9 / 10  27/03/2006 21:44:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tim Burton è geniale, questo film doveva vincere l'oscar.

C'è differenza tra il mondo dei vivi e quello dei morti? Dopo Nightmare Before Christmas, un'altra fiaba firmata Tim Burton, questa volta anche regista (anche se si è occupato di questo film nei ritagli di tempo, affidando il più del lavoro pratico a Mike Johnson). Ispirato ad una leggenda russa, un film che mescola horror, musical e una sottile ironia fusi tanto bene da ottenere un risultato alto e sofisticato, venato di tristezza e speranza, avvolto da atmosfere gotiche di particolare suggestione. Un mondo sognato (ma quale dei due?) dalla mente di un artista che vive più nei sogni che nella realtà, e deve a questo la sua unicità (oltre che al suo gran talento che gli consente di rendere i suoi sogni reali). Questa tecnica dello stop motion è veramente bella e realistica, tanto che, usciti dalla sala, si ha l'impressione di aver assistito ad un film con attori in carne ed ossa. Efficace la caratterizzazione dei personaggi, numerose le parti cantate (nella versione originale devono essere uno spettacolo), perfettamente fuse a quelle parlate, belle le ambientazioni (soprattutto quelle in "esterni"), le musiche di Danny Elfman (come sempre), le scene di azione. Questo è il vero Tim Burton, quasi un ritorno alle origini per lui (da notare il cane cadavere). Pur non raggiungendo la visionarietà del già citato Nightmare del '93, il film mantiene più equilibrio e omogeneità, maggiore razionalità ma minore forza visiva del predecessore, ma comunque rispetta le stesse regole di suggestione, con risultati più solidi e maturi. E' dunque migliore il mondo dei vivi (che rappresenta la falsità delle regole dell'alta società stravolte dalle ambizioni dei prepotenti), o quello dei morti (la gente comune, debole, ma più allegra e "vitale")? Inizialmente Burton sembra risponderci "Quello dei morti!", variegando quest'ultimo(che ricorda un pò Beetlejuice) di colori accesi, favolosi, irreali, mentre lascia quello dei vivi più austero e asettico (anche se il fascino gotico risiede proprio in quest'ultimo). Tuttavia, il ricongiungimento finale tra le due dimensioni irradia di luce nuova la simbologia del film, lasciando filtrare la speranza.