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MALIZIA regia di Salvatore Samperi

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  25/01/2017 11:31:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cult del cinema erotico tricolore "Malizia" è passato alla storia non certo per particolari pregi cinematografici, bensì per la presenza iconica di Laura Antonelli, sensuale attrice di origini istriane che rese storica la locandina della pellicola con lei, in reggicalze, su una scala intenta nel suo lavoro. Un'immagine fortemente seducente che esalta la bellezza della protagonista, domestica in una casa abitata da soli uomini e desiderio dapprima inconfessabile, poi palese sia del patriarca (un impareggiabile Turi Ferro) e quindi dei suoi tre figli, in particolare dall'ossessionato Nino.
Il film ha i suoi buoni argomenti seppur più sfiorati che altro; come quello dell'incesto o quello della donna che da oggetto sessuale si erge a catalizzatore famigliare, consapevole del proprio potere camuffato attraverso una sottomissione fittizia.
Piuttosto scabroso per l'epoca ad oggi non scatena particolari pruriti, pur rendendosi piacevole alla visione per il tono leggero con cui Samperi mise in scena la storia di un desiderio quasi "malato" senza ricorrere a risvolti drammatici. Quelli che, purtroppo, resero un calvario gli ultimi venticinque anni di vita della Antonelli, resa immortale e allo stesso tempo prigioniera di un ruolo rimasto indelebilmente impresso.
Da segnalare la calda fotografia di un allora non conosciutissimo Vittorio Storaro e le musiche di Fred Bongusto.