caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

MARY E IL FIORE DELLA STREGA regia di Hiromasa Yonebayashi

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Testu     6½ / 10  23/10/2018 16:54:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazioso e forse un po troppo criticato, semplicemente perchè libero dal nome Ghibli lo si vede per quello che è, un prodotto imperfetto, come era Arriety, di cui condivide il regista.

Dopo la riscoperta del genere fantasy e due generazioni cresciute a pane e J.k Rowling, la storia, tratta un romanzo breve per l'infanzia (scritto 47 anni fa da Mary Stewart ), non potrà evitare di sembrare oggi un tantino banale e scontata. Il problema maggiore del film è che ci sono vari elementi poco approfondite e la magia non è mai desiderata dalla protagonista, inoltre, il modo in cui funziona questa forza misteriosa, appare poco curato. La scopa, nel suo funzionamento, non sembra legata saldamente all'energia della piccola Mary, mentre il libro magico è semplicemente una trovata paracula per risolvere le situazioni in modo rapido, ma la sua presenza è forzata.

Scuola e studenti/docenti rimarranno solo sullo sfondo, evitando da un lato un'inevitabile sapore "potteriano" ma rendendo un tantino fredda l'intera avventura. La storia si concentrerà solo sullo scontro per il possesso del fiore tra Mary, la direttrice dell'accademia ed un professore di scienze magiche, questi due pericolosamente ossessionati dalla ricerca sulla trasmutazione, ma mossi in questo da intenti nobili. Vi è poi un personaggio femminile, le cui origini avrebbero dovuto consentire alla coraggiosa Mary una maggiore autonomia dal punto di vista magico e di questo legame non si può dubitare, vista l'estrema somiglianza tra le due... andava approfondito il passato invece di mettere quell'introduzione.

Tra gli elementi resi meglio vi è l'amicizia tra Mary e Peter, un legame affrontato e consolidato con la giusta gradualità, durante cui Mary esprime adeguatamente, ma senza scadere nel pesante, il suo disagio, tipicamente giovanile, per non piacersi sul piano estetico. Il film alla fine tenta, come molti altri prodotti prima di lui, di mettere in guardia l'essere umano dal giocare con forze troppo pericolose, invita lo spettatore più giovane a contare sulle sue sole forzee vi si può trovare anche un intento ecologista con gli esperimenti sugli animali, con la natura che diviene più rigogliosa in certi frangenti econ l'aver accostato l'energia elettrica alla magia.

Insomma il lungometraggio appare un prodotto a tratti confuso e condensato, ma tecnicamente è di buon livello, con rimandi inevitabili allo Studio Ghibli, visto il suo stile grafico. Per quel che mi riguarda, come primo, acerbo tentativo, pur non riuscendo a risaltare per originalità, rimane un lavoro discretuccio.