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LA TIGRE E LA NEVE regia di Roberto Benigni

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paul     9 / 10  17/10/2005 01:16:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La Forza della Poesia vince tutto.
Premetto che sono di parte: qualsiasi film che dà valore alle Muse e alla Potenza dell'Amore che, attraverso la poesia, l'arte, la musica, il cinema di per sè ha nel migliorare lo stato delle cose, non può che raggiungere il mio cuore e commuovermi.

Un film che inizia con Benigni che sogna di sposare Nicoletta Braschi in un matrimonio in cui sono presenti Eugenio Montale, Pablo Neruda, Walt Whitman e tutti i maggiori poeti del '900, sotto le note di Tom Waits, non può che toccare le corde dell'anima di chi ama l'efficacia delle parole, delle note, della pittura e la loro reale capacità di migliorare il mondo.

Dopo il successo mondiale de "La vita è bella" (1997) ed il mezzo flop di "Pinocchio" (2002), Benigni torna con un film che sta forse a metà fra i due, dando l'idea quasi di voler tornare alla vecchia commedia ("Il mostro", "Johnny Stecchino", "il piccolo diavolo") che lo vide affermarsi come regista oltre che confermarlo come grande attore comico. Se "Life is Beautiful" era di per sè una poesia, in questo caso "La tigre e la neve" la omaggia. Era impossibile, più che ripetersi, ripetere il fantastico film che dava ancora speranza, attraverso l'amore, alla vita persino nei campi di sterminio, ma in questo caso l'esplicità delle rime (spiegare l'amore verso la natura, vedi quando Attilio De Giovanni/Roberto Benigni racconta alle figlie come si possa attrverso le parole giuste fare battere il cuore al prossimo regalando e trasmettendo le proprie emozioni), delle note (il già citato Tom Waits e il tango spagnolo ballato nell'ospedale di Bagdad), la pittura (il disegno della bambina nipote del medico iracheno che viene appeso nel muro di fronte dove dorme la Braschi) possono regalare il miracolo della vita. Un miracolo al quale forse non crede più Jean Reno, che però l'ha donata agli altri attraverso i suoi scritti sottolineando che, se ci sia o no una seconda vita, l'amore è immortale.
Omaggi ai grandi poeti di ora e del passato: durante il film Benigni recita poesie di Montale, Ungaretti, D'Annunzio e persino di Paolo Conte.
Ottima fotografia e una Bagdad ricostruita a Cinecittà (eccetto la scena in cui viene mostrato il cielo della Capitale irachena costellato di stelle e devastato dai bombardamenti e dalla contraerea, scena ricostruita digitalmente) davvero ben fatta.
Requiem  17/10/2005 08:38:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non ci credo.
Invia una mail all'autore del commento Andre85  17/10/2005 11:25:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao paulie! dove ***** eri?
pure a me è piaciuto il film, anche se non ho riconosciuto al matrimonio la combriccola di intellettuali...
paul  17/10/2005 12:41:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie caro, ultimamente mi sto disintossicando, e c'ho molto da fare: lavoro, donne, lavoro, donne... La combriccola si vede all'inizio del matrimonio: in primis seduto sulla poltrona si vede Eugenio Montale (credo un sosia o forse inserito digitalmente), poi Pablo Neruda e di seguito Walt Whitman. Io ci son stato attento perchè già lo sapevo. Inoltre Benigni cita Ungaretti (l'unico tempo della vita è Ora), D'Annunzio (quando piove), Montale (Ho sceso milioni di volte le scale dandoti il braccio, quando è con la Braschi), Conte (Vieni via con me, sempre detto alla Braschi). sciaoooo