kowalsky 9 / 10 25/10/2005 20:48:00 » Rispondi "Cosa non si farebbe per non perdere niente"
Gli spettatori non sono solo pigri, vivono per rimozioni, esattamente come il Georges del film. Ma davanti a un film di Haneke cedo volentieri il passo e finisco per trovare il "crudele" Von Trier un mestierante artificioso. Penso che alla fine non sia indispensabile esibire la supremazia del cinismo attraverso una serie di conseguenze dichiarate, e per questo Haneke è indubbiamente piu' sincero.E' lui l'uomo più crudele del cinema europeo. Tanto per cambiare, esco da un suo film con un senso profondo di angoscia, di rimorso (nessuno di noi puo' dichiararsi innocente), potrei prendere un'aspirina o un sonnifero, chiudere gli occhi e vivere da occidentale la rimozione di tutto ma non mi riesce. La quotidianità di Georges è messa in crisi, o forse alla berlina, davanti al peso insostenibile dell'"imprevisto", del passato che torna, delle immagini che evocano la brutalità della coscienza: un bambino recide il capo di un gallo, qualcun'altro recide se stesso, il sangue è sempre attuale, come nei macabri disegni recapitati a casa di Georges, come nella rimozione dolorosa dei francesi e dei corpi degli algerini buttati a mare, con l'ausilio di De Gaulle. All'inizio le parole invadono lo schermo, alla fine tutto è lasciato al modo di Haneke di prendersi gioco degli spettatori, usando sequenze a camera fissa estenuanti e solo apparentemente rassicuranti. No, non rassicura affatto il suo cinema: la madre di Georges (un'intenso cameo della Girardot) rimpiange di "non ascoltare piu' il suono del piano" e RIMUOVE proprio il dolore della sua solitudine (il SUONO del piano, la sua carenza, non è forse una confessione di dolore, un'appello disperato che ella stessa vuole ostinatamente negare?). Il "Corvo" nella dimora di Georges diventa un dramma privato, in una strada oscurata dal silenzio, una casa dove il dialogo non ha attenuanti, e conduce alla disperazione di vedere quanto la disperazione possa esprimersi nonostante la rimozione del vuoto senso quotidiano di "non voler perdere niente", una moglie per cui Georges prova scarsa fiducia, un figlio che non ascolta. Il disegno efferato di Haneke usa l'arma del depistaggio anche attraverso diverse sequenze memorabili e nondimeno insostenibili: il gioco di sguardi tra "vittima" e rei presunti nel camioncino della polizia, l'inesorabile sconfessione occulta(ta) in ascensore, il telegiornale infinitamente sempre aperto sull'attualità, ieri come oggi, come l'Algeria di ieri e l'Iraq di oggi, per certi versi. E' un riflesso infinito, come inesorabile è il cinema di Haneke, capace come pochissimi altri (qualche volta Techinè) di realizzare compiutamente la luce sinistra della dimensione umana. Non è pero' un pessimismo tout-court, il suo, è una semplice metafora del nostro disperato tentativo di voler oscurare la memoria, e quindi ogni tipo di emozione. Ma basta un rewind per sortire l'effetto contrario. Poi qualcuno mi darà del buffone e passi pure, ma io credo (peccato solo per la Binoche doppiata maluccio) di non aver assistito quest'anno a un'opera piu' radicale e coraggiosa: perchè il cinema di Haneke non è mai degno di rimozione (un bel 0 in condotta a quanti non lo apprezzano) ma magnificamente "odioso" e spietato. Dovremmo ringraziarlo di questo, ma non ce lo meritiamo affatto
sarei curioso di sapere il tuo punto di vista sul finale: la chiusura sull'uscita dei ragazzi da scuola. (superiori credo). io ci ho trovato un vago collegamento con "per colpa tua mio padre non ha ricevuto un'educazione, all'orfanotrofio non si impara l'educazione, si impara ad odiare.... ". (-anche se il padre algerino sembrava molto più "educato" e pacato di Georges), e uno sbiadito rimando al futuro, in un film interamente proiettato nel passato
maremare 06/11/2005 01:20:18 » Rispondi ottimo commento che, come sempre, condivido
piernelweb 17/07/2006 22:56:22 » Rispondi Ma per favore... Ma smettiamola con frasi ad effetto come "doremmo ringraziarlo di questo ma non ce lo meritiamo affatto"... E chi sarà mai questo Haneke? Manco fosse Kubrick . Come avrai intuito il film non mi è piaciuto per niente, l'ho trovato noiosissimo; potrà solleticare profonde riflessioni ma è noiosissimo. Non discuto l'integrità e la profondità d'autore di Haneke, ma il resto dov'è? Il cinema dov'è? l'arte visiva di raccontare una storia dov'è? Se ci soffermiamo al progetto di un regista ed al suo messaggio forse faremmo meglio a dirottarci sulla letteratura; almeno eviteremo l'imbarazzo per due ore sprecate ad ammirare il nulla.
paul 25/10/2005 21:17:58 » Rispondi Mi servo dell'area risposte per dirti che rimango a Roma fino a venerdì...fatti dare il mio cell. da Norah o Maremare....ciaooo
kowalsky 25/10/2005 21:20:50 » Rispondi Cavolo no non dovevi farlo... io venerdì proprio non posso
paul 25/10/2005 21:22:30 » Rispondi vedrai che prima o poi ci si becca....