albert74 5 / 10 11/10/2018 23:08:56 » Rispondi Tom, uscito dal manicomio in cui era recluso da 20 anni, fa ritorno alla casa di famiglia (pacchiana imitazione di villa toscana del '500). Una burbera e rude poliziotta gli piazza un bracciale elettronico poiché non potrà uscire dai confine della villa per 30 giorni. Questo è l'incipit del film. Da qui in poi il nostro protagonista rimarrà da solo preda di ricordi adolescenziali e delle sue ossessioni per un crimine a cui aveva preso parte da ragazzo. Tra una nuotata nella grande piscina interna e qualche trottata per la casa, il nostro diverrà preda di visioni, riuscendo, malgrado ciò, a fare amicizia con una ragazza che gli porta la spesa. Il film fonde maldestramente sogno e realtà tanto da creare confusione. Impossibile, infatti, distinguere tra deliri - per altro neanche troppo drammatici - e realtà. L'idea alla base sarebbe anche buona se fosse stata sviuppata decentemente. Purtroppo non è così, e quel poco di attesa e di tensione che si respira (molto poca) all'inizio del film finisce con lo scemare di minuto in minuto. Tom, interpretato da Topher Grace non al suo meglio e decisamente spaesato, non è credibile neanche un minuto nel ruolo dell'ex malato di mente. Le visioni finiscono per stancare e il film si fa ripetitivo. Verso la fine il film cambia totalmente registro e si trasforma in un film drammatico a tutti gli effetti ma di livello poco più che televisivo con colpi di scena telefonatissimi e una profusione di luoghi comuni e tante domande rimaste irrisolte. Un finale che lascia attoniti, inconcludente e stupido come non ci si aspetterebbe neanche da un filmetto di serie B.