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DOGMAN regia di Matteo Garrone

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tarr97     8½ / 10  12/09/2018 22:23:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE NELLA ZONA SPOLIER NON METTERO' SPOLIER O SCENE RIGUARANTI IL FILM MA PARLERO' DEL NUOVO PROGETTO DI GARRONE PER IL 2019.
che filmone ragazzi! che filmone DOGMAN.
Garrone dopo il fantastico in tutti i sensi "racconto dei racconti" gira un film drammatico/noir ispirato al delitto del Canaro avvenuto a Roma il 18 febbraio 1988.
dogman pare quasi un western moderno ambientato in una strano quartiere degradato che puo' tranquillamente essere Ostia lido, un sobborgo di Roma, la stessa Castel Volturno dove Garrone a girato il film, una zona di un italia che è diventata la terra di nessuno, dove regnano il caos,l'anarchia, la violenza e la sottomissione al piu' forte.
Canis canem non est , Homo homini lupus come dissero Plauto, Cecilio Stazio e Thomas Hobbes.
Marcello un toelettatore di cani dall'animo tranquillo, infantile, innocente e ingenuo vive in questo quartiere periferico insieme alla Amatissima figlia e la moglie.
Marcello è molto apprezzato dagli abitanti del vicinato per il suo lavoro e il suo carattere, ma come tutti gli abitanti della zona è tormentato da Simoncino, uomo bruto, rozzo, violento, esaltato (forse dovuto anche al suo utilizzo di sostanze stupefacenti).
i negozianti della zona ormai disperati e consapevoli che se Simoncino verrà arrestato un mese dopo sarà subito libero, aspettano che qualcuno lo uccida mettendo fine a quel vortice di violenza e brutalità.
Marcello rispetto agli altri abitanti del quartiere ha un rapporto aperto e amichevole con Simoncino. Crede di poterlo domare come col feroce mastino che si vede nella scena iniziale del film.
L' uomo che pur essendo il mammifero piu' evoluto della terra è anche il piu' feroce di tutti.
Marcello pagherà a caro prezzo l'essersi schierato con Simoncino, finendo in galera, dopo aver coperto l'amico durante una rapina in un compro oro.
Una volta uscito di prigione Marcello è profondamente cambiato.
Ora è di carattere chiuso,cupo,introverso, sua moglie si è separata da lui, è considerato da tutti i suoi vecchi amici un traditore per aver coperto Simoncino.
Marcello dopo aver sfogato la sua rabbia ammacando la moto di Simoncino,
verrà picchiato da Simoncino.
Dopo questa ennesima umiliazione Marcello attirerà in una trappola mortale Simoncino, convincendolo che lui possiede della droga e di venire a prenderla al suo negozio per cani verso sera.
Una volta entrato nel negozio Simoncino viene stordito da Marcello, e chiuso in una gabbia per cani, una temporanea galera ,una gabbia per un animale feroce, una vendetta che ribalta i ruoli.
Simoncino una volta rinvenuto dalla botta cerca di strangolare Marcello, ma egli per difendersi schiaccia la leva della pedana della doccia per cani su cui Simoncino è appogiato, finendo per impiccarlo al tubo della doccia.
Morto Simoncino, Marcello porta il cadavere vicino alla spiaggia per bruciarlo
poi torna nel quartiere per comunicare agli abitanti di averli liberati dal loro incubo. Questi però sembrano ignorarlo. In realtà e solo una visione di Marcello per il fatto che era sotto sostanze stupefacenti Marcello é solo. Marcello lascia per terra il cadavere e si siede nel parco davanti a casa sua con il suo cane, riflettendo in solitudine su quanto accaduto.
In mezzo a quel quartiere che pare abbandonato,apocalittico,deserto.
La redenzione pare non esistere.
i negozi( tranne quello di Marcello fino a qualche ora prima di diventare una stanza della morte) si approfitano delle debolezze umane : compro oro, bar con le slot machine, discoteche dove circola droga, donne palesemente prostitute.
Scene interresanti : le immersioni in un mare con antichi resti romani ,che pare quasi una via di fuga in mezzo a quell inferno.
I cani muti testimoni di tutto ciò che avviene nel negozio.
La fiera canina con Marcello e la sua figlioletta pare l' unico momento del film dove la fotografia pallida e spenta sembra accendersi e accenare a un po' di felicità.
Il poliziotto che sa tutto ma non interviene.
il piano sequenza dentro la prigione.
Il manifesto di uno stato assente.




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