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DOGMAN regia di Matteo Garrone

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Manticora     9 / 10  16/06/2018 17:28:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente un Garrone in stato di grazia, con un film non facile che conferma ancora una volta che il regista romano rimane uno dei pochi capaci di infondere nuova linfa nel cinema italiano. Abbandonata la complessità visiva, la ricchezza fantastica e il cast impressionante del RACCONTO DEI RACCONTI Garrone sembra quasi tornare alle origini. Un cast di non professionisti alternato al altri volti noti, caratteristi, su tutti Adamo Dionisi(Suburra). Ma è indubbiamente Marcello Fonte, piccolo uomo ma dalla mimica e gestualità gigantesca ad essere una delle carte vincenti. Il DOGMAN è un ometto gracile, indifeso,cordiale, povero che cerca di andare avanti anche con lo spaccio di cocaina, amante dei cani, più che degli umani, separato, ma adorato dalla figlia. La sua sudditanza che lo lega a Simoncino, pugile fallito, criminale da strapazzo, violento e cocainomane ma che rappresenta la sua controparte. In parte Marcello vorrebbe essere come lui: forte, arrogante, rispettato, indipendente, in parte il timore gli fà capire che l'amico è sempre più fuori controllo. Abbandonando la cronaca troppo asettica del fatto di cronaca in sè Garrone costruisce un affresco potente della periferia romana, abbandonata a se stessa, con l'umanità che la vive, senza paura di mostrare la viltà, la rabbia, l'indifferenza ma anche l'amore che si vive nei bassifondi. Infine con un finale onirico, senza fronzoli ma essenziale mostra ancora una volta che l'uomo può essere terribile, per poi soffrire comunque di solitudine, mancanza di accettazione e perdono.