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DOGMAN regia di Matteo Garrone

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VincVega     8½ / 10  21/05/2018 12:06:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Garrone torna alle atmosfere de "L'Imbalsamatore", con questa fiaba noir neorealista, in cui il regista romano dimostra che non c'è bisogno per forza di una storia complicata per fare un bel film, ma a volte la semplicità è la strada giusta, naturalmente solo nelle mani di un grande cineasta. In "Dogman" gli ingredienti sono miscelati bene, a partire dall'ambientazione periferica romana con le sue costruzioni fatiscenti e mettendo la lente d'ingrandimento in questa piccola comunità di negozianti, che devono tirare avanti, a volte anche sporcandosi le mani con giri loschi. E quindi c'è Marcello, uomo fondamentalmente solo, che ricerca rapporti con la figlia, i vicini negozianti e con Simone, bullo di periferia. Ed è nel suo lavoro, ovvero con i cani, che trova la sua vera dimensione. Sin dalle prime sequenze si capisce che "Dogman" è una pellicola clamorosamente riuscita, capace di passare da momenti più teneri a quelli più duri, senza mai perdere la bussola.

Garrone aveva chiamato Benigni per la parte del protagonista. Da una parte rimane la curiosità di capire cosa poteva fare l'attore/regista toscano. Dall'altra si è contenti della scelta di Marcello Fonte, attore non professionista che ha dato un'immensa prova, premiata a Cannes. E forse abbiamo trovato anche un nuovo talento. Da premio sarebbe stata anche l'interpretazione di Edoardo Pesce, capace di un'autentica trasformazione nei panni di Simone. Azzeccati anche i personaggi secondari.

"Dogman" si candida ad essere uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. E' così che rinasce il cinema, spostando l'asticella e lasciando mano libera ad un regista dalle grandi doti, come lo è Garrone. Non so se reputarlo capolavoro, perchè forse nella seconda parte non arriva ai magnifici livelli della prima, ma rimane un grande film, capace di dare molte sensazioni allo spettatore, incluso quello di emozionare.