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L'ISOLA DEI CANI regia di Wes Anderson

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marcogiannelli     7½ / 10  21/09/2018 20:04:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'Isola dei cani è un cartone in stop motion a tecnica mista che cerca una perfezione stilistica a tratti irreale. Ma a questo ci associa una maturità narrativa forse vista poche volte in Wes, in un cartone, che è un ossimoro bello e buono.
Il film è, infatti, un potentissimo, disperato e coraggioso film di denuncia, dai regimi dittatoriali alle mafie, dalle bugie di stato alle questioni etiche, si parla di rapporto uomo-cane, di regimi totalitari, del senso di razza (anche se qui trasposta nel regno animale con i gatti amati da Kobayashi visti come puri e i cani impuri), delle deportazioni, degli esperimenti assassini, delle collusioni politiche, della privazione della libertà di stampa, di tutto.
Abbiamo tanti sconfitti come personaggi, da Atari, ai cani, specie quelli della comunità finale. Ma sono i cittadini di Megasaki a sorprendere, completamente manipolati dal loro sindaco, sotto una specie di ipnosi.
Tutto questo porta ad un velo di malinconia che circonda l'opera e che si vede anche nelle location.
Ecco, abbiamo parlato di stile e bellezza visiva, le location sono uniche.
Abbiamo la città di Megasaki, città incredibile che si oppone all' isola dei rifiuti. Ogni qualvolta i nostri protagonisti si metteranno in viaggio avremo sempre più location, tutte ugualmente devastate, e il riferimento è evidente, richiama indiscutibilmente tutte le tragedie naturali e non che hanno colpito e colpiscono il Giappone, dagli tsunami ai terremoti, dalle eruzioni vulcaniche ai disastri chimici e nucleari. Giappone presente in continuazione, dal teatro Kabuki, al sumo, dai giochi di ombre, alla musica.
Ma per quanto il film possa essere perfetto/incredibile/ottimo Anderson spesso mi genera l'effetto Paul Thomas Anderson, ovvero capirne e ammirarne la grandezza, ma non riuscire mai a sentire il film mio fino in fondo.