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INTERRUPTION regia di Giorgos Zois

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marcogiannelli     7 / 10  27/01/2019 18:50:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buio, luci artificiali, passaggio dal fuoco al fuori fuoco, virtuosismi visivi di un livello assoluto, insieme a delle inquadrature significative, una camera spesso fissa che non ha bisogno di muoversi troppo.
Probabilmente è questo ciò che ho apprezzato di più di Interruption, ennesimo film greco che mi viene consigliato.
Perché il resto della messa in scena è interessante, intrigante, ma se non si è riusciti a diventare un tutt'uno con gli spettatori del teatro, se non ci si è immedesimati troppo è impossibile apprezzare fino in fondo un film che è molto difficile.

Il film rievoca l'attacco terroristico al Teatro Dubrovka di Mosca del 2002, dilatando all'infinito i primi attimi in cui gli spettatori non si resero conto di cosa stava succedendo, credendo che fosse tutto parte della rappresentazione.

Grandissima recitazione, si tratta di un'opera indubbiamente elegante e studiatissima. Il capo del coro è un giovane uomo magro e dagli occhi malati. Pensavo che la sua parte fosse molto vicina a quegli aguzzini che ti torturano lentamente, senza mai agitarsi troppo, in stile Funny Games.

E' interessante valutare i ruoli che ci sono nel film. Ci sono gli spettatori saliti sul palco, persone ignare di quello che sta accadendo ma che ormai hanno preso il posto degli attori, ci sono i membri del Coro, questi terroristi arrivati ad interrompere lo spettacolo e a dirigere tutto, ci sono i veri attori dell'Orestea che se ne stanno nella casa-cubo impossibilitati ad uscire e poi ci sono gli spettatori del teatro, quelli che per tutto il film possiamo assimilare a noi, spettatori del film.
Sia noi che gli spettatori del teatro non sappiamo se quello che sta succedendo fa parte dello spettacolo. Gli attori, invece, devono per forza saperlo, se questa interruzione fa parte dello spettacolo era senz'altro nel copione, li vediamo infatti preoccuparsi, guardarsi, non sapere che fare, ma niente ci vieta di pensare che non stiano recitando. Di sicuro gli unici che sanno quello che sta accadendo sono i membri del Coro.
Per questo lo spettatore inizia a farsi delle domande, domande che si ripeteranno per tutto il film.
Quello che stiamo vedendo è reale?
Tutto quello che sta accadendo fa parte dello spettacolo oppure no?

E in questo nasce una critica del regista a noi spettatori, noi che vogliamo sempre vedere tutto, indipendentemente se sia moralmente giusto o no, una cosa attualissima ad oggi nel mondo di internet, in cui siamo di fronte a materiale di cui non eravamo a disposizione solo una decina d'anni fa. E noi che abbocchiamo veramente a tutto, non riusciamo a distinguere ciò che è vero da ciò che è finzione. Marionette in mano di politicanti abili a portare a se le masse grazie all'uso della parola.

RIPETO, un'occhiata datecela perché potreste apprezzarlo più di me.