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IO, OLGA HEPNAROVA regia di Petr Kazda, Tomás Weinreb

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The Gaunt     7½ / 10  23/05/2018 22:34:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un bianco nero livido, scenario perfetto della normalizzazione del periodo comunista cecoslovacco e rappresentativo del peso dell'emarginazione di un individuo, si consuma una tragedia che ha radici lontane. Olga Hepnarova porta con sè i crismi dell'isolamento sociale, del rifiuto sia all'interno dell'istituzione familiare, sia al di fuori dello stesso. I due registi con estremo rigore scavano nella psicologia pregressivamente distorta della ragazza.
Le sue tappe verso quell'atto finale che insieme è una vendetta ed allo stesso tempo un suicidio, atto che non ha mai avuto il pieno coraggio di compiere e che succassivamente rifiuta in quanto nella sua famosa lettera il suicidio è un gesto anonimo ed inosservato.
E' una ragazza che malgrado scelga una vita ai limiti dell'eremitaggio, allo stesso tempo cerchi in tutti i modi di gridare il suo aiuto. Questo ambivalenza sarà addirittura estremizzata in un vero e proprio sdoppiamento della personalità dopo aver compiuto il massacro. Il peso della propria omosessualità in un contesto sociale del genere non ha fatto altro che acuire un disagio sempre più crescente. Non conosco questi due registi, ma il loro film mostra una buona maturità ed un certo equilibrio nel descrivere cosa c'è dietro una persona che può essere giudicata un mostro. A tutto questo l'interpretazione di Michalina Olszanska è un valore aggiunto per capacità di approfondire il personaggio.