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MONDO CANE regia di Paolo Cavara, Franco E. Prosperi, Gualtiero Jacopetti

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5 / 10  20/05/2014 11:13:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pellicola seminale per quanto riguarda i ben più espliciti shockumentary che verranno. "Mondo Cane", visto oggi, lascia indifferenti nella sua ostentazione abbastanza approssimativa attinente la ricerca dell'inconsueto e del macabro. Non è di certo adatto ai cacciatori di scene crude, anche se indubbiamente assistere ad una mattanza di maiali a furia di bastonate o la decapitazione di alcuni bovini un certo effetto lo provoca. Tuttavia sono momenti traumatizzanti isolati, brutalità inserite all'interno di un viaggio ai quattro angoli del mondo con un occhio di riguardo per gli usi e costumi più disparati, con chiara predilezione verso abitudini culinarie bizzarre.
Si avverte una sensazione fastidiosa nel rendersi conto che molto è stato preparato a tavolino, di girato in presa diretta ce n'è poco e le connessioni tra i vari episodi sono faticose, la voce narrante si ingegna nel creare collegamenti che al netto del tanto blaterare non portano da nessuna parte. L'intento è quello di far provar ribrezzo o scandalizzare (ma anche divertire) lo spettatore, cosa che il trio Prosperi, Jacopetti e Cavara ottenne sfruttando una platea impreparata su certi argomenti. Oggi invece gli aneddoti presentati sono spesso già conosciuti o comunque non poi così particolari da meritare di essere divulgati. Al massimo solleticano una lieve curiosità, anche se a prevalere in genere è la noia. A ciò si aggiunga il valore quasi nullo dal punto di vista didattico, con aggiunta di commentini poco simpatici in sottile sberleffo alle popolazioni meno evolute.
Può vantare una certa importanza in quanto precursore dei famigerati mondo-movie, di shockante però c'è poco, si sguazza più nella noia che altro.
Poco riuscito anche nel presunto intento di condanna nei confronti di un atteggiamento becero e violento da parte degli esseri umani; purtroppo non si scava in profondità, non si affrontano le ragioni di certe abitudini limitandosi ad una cronaca asciutta, priva quindi dell'essenza primaria di un documentario che dovrebbe essere informativa.
Un cult in rapida decadenza, buono per la sezione reperti archeologici del cinema italiano.