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HEREDITARY - LE RADICI DEL MALE regia di Ari Aster

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  22/11/2018 09:47:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Debutto ambizioso da parte di Ari Aster, forse fin troppo coccolato dalla critica festivaliera spiazzata da un prodotto che si inserisce nel panorama horror attuale in modo anomalo e al tempo stesso, per certi aspetti, molto riuscito, ma non privo di magagne.
Dall' elaborazione del lutto e dalla conseguente interruzione di un rapporto tutt'altro che semplice nasce un film in cui l'esponenziale crescita del male è generata da antiche radici inserite nel contesto teoricamente più accogliente e protettivo che ci possa essere.
Aster fa crollare con abilità le già poche certezze esposte in partenza, andando a creare un clima opprimente in cui gesti e parole appaiono trattenuti a stento. La maturità a livello di scrittura è indiscutibile, seppur l' eccessivo minutaggio finisca col proporre qualche sequenza francamente superflua, mentre il voler mettere tanta carne al fuoco sembra più un' autoincensazione gratuita che un'esigenza imprescindibile.
"Hereditary" guarda alla contemporaneità affidandosi più alle tematiche che al modus operandi, le sequenze accostabili ai nuovi horror sono infatti davvero minime, con un 'insistenza sui risvolti psicologici ispirata senza dubbio a certe pellicole degli anni 80/90.
La tensione è ben costruita e non facilmente inquadrabile in quanto nascosta sotto un malefico gioco di possessione e complotti, in cui svetta la brava Toni Colette coadiuvata da un cast non altrettanto all'altezza. Come non proprio indimenticabile è il finale, in cui si sfiora più volte il kitsch fornendo spiegazioni in parte convincenti ma esposte in maniera quasi ridicola. Il problema è soprattutto questo, l'uscire dalla semplicità in cui già risiede tutto il necessario, per mostrare qualcosa di non richiesto, errore in cui Aster incappa più volte, riuscendo comunque a mettere in piedi una storia inquietante e ben stratificata.