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WHERE THE DEAD GO TO DIE regia di Jimmy ScreamerClauz

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  28/03/2018 10:58:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Shock movie dalle tematiche pesantissime in parte mitigate dalla scelta di evitare il coinvolgimento di attori in carne e ossa, per sposare un'animazione simile a quella delle intro di alcuni videogames risalenti a metà anni '90. L' effetto disturbante resta ma viene smorzato nelle scene più raccapriccianti dall'estetica grezza. Le scenografie e gli sfondi in apparenza " sbagliati", grazie proprio alla disturbante semplicità, contribuiscono a rendere ancora più malsana la visione. La scelta di questa particolare computer grafica è quindi tutt'altro che casuale, perfettamente in linea con le storie raccontate, macabri reperti dagli agenti psichedelici capaci di generare a frotte moti di disgusto e pietà. Peccato per le molte digressioni enigmatiche dettate - a quanto pare- da uno stato psico-fisico del regista alterato da sostanze stupefacenti. Quando la narrazione si mantiene lineare infatti questo Jimmy ScreamerClauz, bizzarro tizio dall' altrettanto strambo sinonimo, riesce davvero a dare forma a quadri aberranti di rara spietatezza.
"Where the dead go to die" è formato tra tre episodi leggermente intersecati tra loro: si parte con "Tainted Milk" dove un ragazzino viene spinto a massacrare i propri genitori da un cane parlante spacciatosi come messaggero di dio.
Nel secondo ("Liquid memories", il più ostico da seguire) un uomo uccide per estrarre dalle sue vittime un siero contenente ricordi, tutto per ingraziarsi i temibili Uomini Ombra.
La chiusura affidata a "The mask that the monsters wear" risulta parecchio spietata e respingente; trattasi sicuramente del segmento più stratificato, quindi meglio sfumato, in cui viene raccontato l'amore tra due giovanissimi. Lui deforme e vessato dai genitori, lei abusata dal padre e costretta a girare video a luci rosse. Fondamentale e feroce la presa di posizione verso alcuni componenti sociali in teoria educativi: famiglia e religione vengono messi alla berlina come elementi deviati, ricettacoli di ipocrisia, beffe esistenziali in cui il debole è vittima a prescindere. Il tutto reso ancor più crudele dall'utilizzo dei bambini in sacrificio alla crudeltà umana.