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TOMB RAIDER (2018) regia di Roar Uthaug

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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman     8 / 10  17/03/2018 16:58:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vada per l'8 di voto, e posso spiegarvi il perché.
Abbiamo tra le mani una degna trasposizione tratta da un videogioco finalmente.
Si puntano i riflettori esclusivamente sulla Premio Oscar Alicia Vikander, in un ruolo insolito e d'azione. Il regista norvegese Roar Uthaug è ben conscio di dover evitare la strada del copia/incolla, quindi di prelevare ogni possibile svolta e sviluppo dei videogiochi Tomb Raider (2013) e Rise Of The Tomb Raider (2015).
Decide di intraprendere un percorso più ragionato, incentrato sulla figura fallibile di una protagonista senza una chiara identità, intraprendente ma parecchio vulnerabile, come se fosse affetta da una forma lieve di Sindrome di Elettra: Lara legata spiritualmente col padre, non può progredire nel suo cammino se non ha l'assoluta certezza della scomparsa di lui. Un ossessione che la perseguita, e potrebbe disfarla interiormente, non sapendo più come gestire la propria vita.

L'incipit ambientato a Londra (che ricopre una larga fetta di narrazione) in questo senso è fondamentale, per una scorrevolezza delle vicende ammirevole (pregi da riportare di peso, dati gli scarsi risultati qualitativi che si riscontrano in altri "cinegame"). L'azione rimane moderata, senza derive esplosive e scoppiettanti alla Michael Bay, o la spettacolarizzazione esasperante dello Spielberg del Regno del Teschio di Cristallo o della trilogia de La Mummia. Viene impiegata una direzione efficace nell'accentuare un istinto di sopravvivenza incrollabile da parte dell'eroina protagonista.
90 milioni di budget che vengono sfruttati per dare e darsi un tono, compiendo il sorprendente gesto di caratterizzare un'icona sempre rimasta temeraria e carismatica, e fornirle di un cuore e di un'anima pulsante, che possiamo percepire perlomeno.

Si evita anche il risvolto fantastico o sovrannaturale, così si ha modo di contenere la situazione e dare un senso alla missione condotta da Lara, con una trasformazione in atto per divenire la Tomb Raider che tutti conosciamo.
Indovinata la colonna sonora ad opera di Junkie XL (Mad Max Fury Road), che fornisce supporto al girato per interiorizzare le reazioni contrastanti di una Lara in difficoltà.
In definitiva, sono rimasto piacevolmente colpito dinnanzi ad un titolo avventuroso che sì, strizza l'occhio al terzo capitolo di Indiana Jones, ma porta giustizia sia ad una tipologia di film specifica, sia ad una figura femminile che è rimasta iconica sostanzialmente per le sue forme (Angelina Jolie docet).