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A BEAUTIFUL DAY regia di Lynne Ramsay

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  12/04/2018 11:21:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da sottolineare immediatamente la grandiosa performance di Joaquin Phoenix: la sua figura totalizzante, dolente e dolorosa, trasandata, quasi robotica ma agile e spietata all'occorrenza, riempie un film in cui Lynne Ramsay fornisce una visione non scontata di giustizia e umanità unite al disagio, in quello che è uno spaccato urbano da noir in cui a dominare non sono atmosfere raffinate e rarefatta ma acuminate e mortali frecce pulp.
La prostituzione minorile va a braccetto con la politica come in uno dei più classici esempi di insopportabile marciume, solo il grande senso morale di un uomo richiamato al proprio dovere nella (bellissima) scena del lago può fare la differenza.
La storia frammentata, priva di alcuni tasselli, si adegua alla memoria deficitaria del protagonista rimasto incastrato in paurosi ricordi infantili e in squarci di una guerra troppo crudele per essere vera. La scelta di spiegare poco potrebbe risultare respingente, a Ramsay però interessa scandagliare la psiche più che eccellere nella narrazione, analizzare l'orrore in cui l'azione è semplice catarsi di un bisogno distorto qui applicato a favor di bene.
I punti di contatto con "Taxi Driver" ci stanno, come la presenza del martello fa molto "Old boy", tutto resta però meno eclatante e più caotico come in una dimensione in cui realtà, allucinazione e ricordo si mescolano fornendo un quadro mentale sicuramente a rischio e tendente alla brutalità, ma impregnato anche di profonda delicatezza esibita col giusto livello di imbarazzo nel rapporto con la madre e con la giovane vittima.
Ramsay tratta la violenza in modo personale e vario; lasciandola fuori campo, mostrandola anestetizzata attraverso telecamere di sorveglianza o facendola esplodere quando meno ce lo si aspetta, soprattutto eleggendola a filo conduttore di una pellicola in cui l'ostinata (e per lo più convincente) ricerca estetica si sposa con un racconto guidato dagli istinti danneggiati del protagonista, istinti che diventano note nella strepitosa e dissonante colonna sonora.
Dopo il fantastico " … E allora parliamo di Kevin" e il misconosciuto ma altrettanto valido "Ratcatcher" un altra dimostrazione di grande talento da parte della regista scozzese.