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LA MONTAGNA SACRA regia di Alejandro Jodorowsky

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impanicato     7½ / 10  10/03/2015 00:58:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se si pensava che con "El Topo" Jodorowsky avesse potuto raggiungere il massimo della cripticitá e del simbolismo, chissá cosa si puó pensare dopo la visione de "La montagna sacra".
Sono passati solo 3 anni e, grazie ad una produzione molto piú ricca, si mette in scena quella che viene considerata come la concentrazione del pensiero del regista. Si abbandona quello che poteva sembrare come genere western per abbracciare il piú spinto surrealismo accentuato da un grande sentimento del grottesco, sicuramente di matrice bunueliana, molto sentita come in precedenza.
Il film é una ricerca verso qualcosa di pulito, in contraddizione col marciume che riempe gli uomini, attaccati ai beni terreni. La vicenda tratta di un ladrone che si trova nel deserto e viene trovato da uno dei soliti freaks tipici del regista cileno. Da questo punto in poi la trama viene divisa in tre distinte parti: nella prima il ladrone arriva in cittá e tra mille simbolismi la fa da padrona la blasfemia, ci ritroviamo davanti a uomini travestiti da madonne o decine di conigli crocefissi. Particolari le scene in cui viene messa in atto la lotta tra rospi ed iguana a rappresentare come fu conquistato il Messico dai conquistadores oppure quando ad una baby prostituta un vecchio regala il suo occhio di vetro. Nella seconda parte il ladrone arriva al palazzo di un alchimista che, dopo averlo introdotto a vari riti misterici, gli presenta sette tra le persone piú potenti della Terra, che rappresentano le nove concezioni di vita dell'Enneagramma della personalitá. Questi sette "alleati" sono coloro che comandano nella societá e viene dimostrato a quali brutture e a quali lavaggi del cervello la gente deve sottomettersi. Nella terza parte maestro e allievi partiranno per la Montagna sacra, luogo in cui dovranno sconfiggere i nove maestri per scoprire il segreto della vita eterna, ma giunti al luogo si scoprirá una veritá scomoda in un finale tra i migliori e enigmatici che abbia mai visto.
Jodorowsky come di consueto forse esagera con i simbolismi, o magari lo fa volontariamente per distrarre lo spettatore da ció che si aspetta. In alcune parti della pellicola la visione risulta pesante, ma non ci si puó aspettare altro. La regia é come sempre eccezionale con inquadrature particolari e di effetto. Il cineasta cileno in questa pellicola si adopera anche come scenografo ed i risultati sono eccellenti, basti pensare ad i diversi colori utilizzati.
Come ogni film del regista, é consigliata la plurima visione della pellicola a causa delle diverse allegorie e lo consiglio solo a chi cerca qualcosa di diverso e di impegnato.