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IL VESTITO regia di Alex Van Warmerdam

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     6 / 10  04/12/2014 16:57:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da un tessuto con una particolare fantasia colorata viene ricavato un vestito, il quale, per un'incredibile serie di eventi più o meno fortuiti, cambierà proprietaria diverse volte, lasciando dietro di sé una scia di perversioni e di sfortune.

Quasi vent'anni prima di regalare al cinema la sua opera più intrigante e consapevole ("Borgman", 2013), il regista olandese già si diletta a giocare sui vizi e sulle povertà umane con "Il vestito" (1996). Una commedia dai toni neri, il cui black humour fa leva soprattutto sulla satirica riproposizione del desiderio sessuale come irrinunciabile pulsione umana, capace di originare situazioni grottesche se non tragicomiche. Il vestito è il tramite attraverso cui si risveglia e si comunica l'atavico desiderio carnale, quasi come se esso stesso godesse di vita propria, quasi come se potesse trasmettersi materialmente, come il demone Azazel ne "Il tocco del male" (1997).
L'enorme scrofa che compare in una scena sembra quasi evocazione della maga Circe e della sua capacità di mutare gli uomini in porci, esattamente come succederà nella pellicola da quel momento in poi.

Impreziosito da bellissimi scorci di campagna olandese, e in generale da una certa attenzione alla fotografia, dotato di sonorità vellutate ed intelligenti (caratteristiche che del resto ritornano in gran parte del cinema nordeuropeo), "Il vestito" è un prodotto discreto, che si appesantisce con recitazioni non eccelse e ben pochi scossoni a livello soggettistico ed emotivo. Commedia metaforica che ispira più mezzi sorrisi che autentiche risate, ma che a onor del vero racconta efficacemente la drammaticità di alcuni momenti narrativi.

Curioso, ma perdibile senza rimorsi.