julian 7 / 10 23/01/2009 15:43:13 » Rispondi L'ennesimo trip malato di Cronenberg che testimonia come il regista sia letteralmente ossessionato da alcune tematiche: la carne, la perversione sessuale, la metamorfosi dell'uomo, le varie psicosi. Spider è un viaggio impressionante nella mente di Dennis, detto Spider appunto, individuo instabile mentalmente. Lentamente, e faticosamente direi, si ripercorre il suo passato tramite ricordi, annotati con arabeschi senza senso su un notes, accompagnati da farfuglii incomprensibili. Lo spettatore deve imparare a sceverare la realtà dalle costruzioni mentali di Spider e Cronenberg è abile nel far sì che questo avvenga lentamente, fornendo sempre più prove che ciò che vediamo (e che il protagonista ricorda) sono memorie manipolate o completamente fittizie.
Si inizia ad avere il sentore di qualcosa quando si scopre il doppio ruolo di Miranda Richardson, moglie ma anche amante. Scoperta che, almeno io, non ho fatto immediatamente. Poi si ha la conferma totale nel fatto che Spider ricordi persino le scene a cui non ha assistito personalmente. E la infelice storia del protagonista si può infine riassumere così: attaccato alla figura materna, che si contrappone a quella assente del padre, Spider riceve una scottante delusione quando vede questi baciarla morbosamente. Da quel momento inizia ad associare la madre alla figura della prostituta che qualche giorno prima gli aveva mostrato il seno a mò di scherno. Andando avanti con la sua storia reinventata, si immagina anche l’omicidio della madre ad opera del padre e della donnaccia. Il tragico epilogo è l’uccisione della prostituta, attuato con l’ingegnosa fabbricazione di una gigantesca ragnatela fatta di corde. Ragnatela che pare essere l’unico modo con cui Spider si adatta al luogo in cui vive, proprio perché si sente il piccolo di ragno abbandonato dalla madre la quale, appena deposte le uova, se ne va considerando finito il suo compito. L’unica verità è questa: Spider da bambino, dopo il trauma, ha ammazzato sua madre e l’unico modo per rimuovere tale pesante ricordo era modificarlo. Quando comprende di essere matricida si riavvia verso il manicomio.
Il film è interessantissimo, lo stile di Cronenberg geniale, il trio di attori favoloso, le ambientazioni oppressive, ma ancora una volta ciò che mi contiene dall’alzare il voto è la difficoltà con cui lo si segue (sicuramente voluta dal regista) che lo rende ostico fin dai primi minuti.
julian 23/01/2009 15:54:49 » Rispondi Oh mio D.io ho dimenticato di parlare di una scena favolosa: quando Spider riporta al direttore della casa di reinserimento il pezzo di vetro rotto (l'unico pezzo che il direttore non riusciva a trovare). Questi infatti, nella speranza che nessuno usasse il vetro per ferire o ferirsi, aveva ricostruito la vetrata con tutti i pezzi infranti. Quando riceve l'ultimo pezzo, lo inserisce tra gli altri ricomponendo la vetrata, proprio come fosse il puzzle che Spider tentava continuamente di completare invano (metafora del suo passato confuso). E, guarda un pò, la vetrata ricomposta da tutti i pezzi rotti ha proprio l'aspetto di una ragnatela... Spettacolare !
slint 19/05/2009 23:45:52 » Rispondi grande,ottima spiegazine.. piu' che rendere ostica il film,sembra che si voglia "lynchizzare" un po'...
cmq a me è piaciuto moltissimo.. peccato che gli ultimi ormai siano film qualunque..