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LA FAMIGLIA regia di Ettore Scola

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dobel     8½ / 10  01/09/2009 08:40:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me si tratta di un grande film . Probabolmente, come è stato notato da firme più competenti della mia, non è un capolavoro, ma è comunque un'opera di estrema sensibilità poetica e di ottima realizzazione. Prima di tutto un cast eccezionale nel quale giganteggia un Gassman monumentale (uno dei più grandi attori della storia, anche se al cinema rendeva leggermente meno che a teatro). Sicuramente un grande Carlo Dapporto e magnifiche anche la Ardant e la Sandrelli.
La storia di una famiglia della media borghesia italiana dagli inizi del novecento sino a metà anni ottanta. Quasi un secolo di storia raccontato con discrezione e poesia; gli avvenimenti del grande mondo si intrecciano ed in qualche modo influenzano quelli del microcosmo familiare. Il film si apre con la foto di gruppo per l'ottantesimo compleanno del nonno (professore di lettere e antico rivale del Carducci), con il nipotino omonimo in fasce, e si chiude sulla medesima foto solo che questa volta l'ottantesimo compleanno è di colui che all'inizio era il nipotino. Fra i vari e splendidi personaggi, nei titoli di coda ne manca uno fondamentale: la casa.
In questo film la casa ha un valore estremo. Le carrellate lungo quei corridoi dove abbiamo visto nascere, innamorare, sposare e morire sono l'emblema di ciò che è stabile e sempre uguale a se stesso in un mondo e in una vita in continua evoluzione. E' il punto fermo al quale bene o male i personaggi ritornano. Oggi, in una società che ci costringe a cambiare spesso abitazione, ci accorgiamo meno del valore che si dava un tempo alla casa; il luogo dove si nasce e si muore... il luogo di una vita. In questo film la sua presenza si sente molto: la presenza di un'amica, di un compagno di viaggio che ci sta al fianco con benevolenza e comprensione offrendoci sempre il suo rifugio. E' sempre lei, solida e immutabile: una costante che ci dona sicurezza.
Bellissima e commovente in questo senso l'ultima camminata del protagonista Carlo mentre, per andare nella stanza in cui verrà fatta la foto con tutti i nipotini e parenti varii, passa in rassegna, attraversando il corridoio, tutte le stanze che rappresentano altrettante tappe della propria vita. La morte del nonno, le vecchie zie, la madre, lo studio in cui si innamorò la prima volta, la cucina (cuore delle discussioni)... ogni luogo è un ricordo e una vita che se ne è andata.