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LA FAMIGLIA regia di Ettore Scola

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pompiere     8½ / 10  12/03/2009 16:30:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le lente carrellate in avanzamento della macchina da presa attraverso il corridoio della casa scandiscono il passare del tempo e anche il passaggio di straordinari e memorabili personaggi che resteranno per sempre scolpiti nel nostro immaginario cinematografico.

Pur essendo principale, il personaggio di Carlo è partecipe di una coralità a più voci. Ciascuna figura ha la sua distinta fisionomia e non prende parte solo in veste di comprimario: come dimenticare, a tal proposito, le zie che nessuno si sposa (Athina Cenci, Monica Scattini e Alessandra Panelli), la cameriera fedele (Ottavia Piccolo) o il beota fascistoide dello zio Nicola (Renzo Palmer)?
Nonostante il gran numero di attori e di personaggi, la narrazione procede spedita senza nessun ingombro e questo merito va riconosciuto a una sceneggiatura che opera per sottrazione, nel rispetto della linearità e con elementi e situazioni basilari.

Gli oggetti dell’appartamento nel quale si svolge l’intero film rimangono nel tempo pressoché immutati e indicano l’idea di continuità familiare oltre le vicende esistenziali, eludendo pure gli accadimenti luttuosi, lasciati compostamente ai margini ed evocati soltanto attraverso simbolismi (vedi il quadro dipinto a nascondere il volto del nonno deceduto, all’inizio della vicenda).
La regia di Scola è una lezione di equilibrio, di raffinatezza e di stile; non calca mai la mano, pur avendone avuto la possibilità. Questo metodo di lavoro da’ la possibilità al montaggio di emergere in pochi ma significativi attacchi, uno su tutti il succedersi delle suonate di campanello con le relative entrate in casa delle decine di familiari (ormai “allargati”) venuti a festeggiare l’ottantesimo compleanno di Carlo.

Dobbiamo quindi ringraziare questo caposaldo del cinema italiano degli anni ’80 perchè ci ha fatto comprendere l’eccezionalità della vita quotidiana, raccontandoci di aspetti minimi senza “ingerenze” fantastiche ed esaltando fino alla commozione l’aspetto umano rispetto a quello storico.
Rivisto oggi “La famiglia” ha l’effetto di una carezza benevola.