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UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA regia di Sean Baker

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  05/04/2018 03:18:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film e`eccentrico e condivido i paragoni letterari con Huckleberry Finn e la poetica perduta nel tempo di Mark Twain. I riferimenti al cinema europeo di Vigo o Pagano sono forse un'inutile sfoggio snobistico della critica.
Un film bello, anzi splendido, e guardacaso arriva ancora una volta dagli USA, dopo Tre Manifesti, Tonya e altri ancora. Un referente, un cinema che finalmente rischia sul serio e non si limita a sequel o blockbusters.
L'agglomerato urbano resta desolante, squallido. Non credo di aver mai visto in questi anni un film dotato di una fotografia talmente immensa, capace a cogliere ogni sfumatura, anche le suggestioni di un piccolo mondo che va un poco piu' lontano (gli elicotteri).
E questi tremendi ma in fondo teneri bambini sembrano vivere in un nucleo di giochi che in fondo non divergono poi tanto dai nostri, o di quando eravamo bambini noi. Elegiaco e appunto Sognante vuole essere il film - guai, lasciarsi sfuggire il bellissimo epilogo - mentre noi spettatori catturiamo tutto il disagio e le pieghe amare che ruotano attorno a quelle piccole facce apparentemente felici.
Defoe mostra una forza emotiva straordinaria, specialmente all'arrivo dei servizi sociali, e il regista riesce non si sa come a esprimere la sua impotenza soltanto filmando il suo sguardo.
La bellezza pacchiana di un luna Park sullo sfondo di un terreno urbano che non ha mai avuto una nascita, sullo sfondo di un progetto irrisolto e lasciato culla e habitat del disagio diventa pertanto il frammento di un sogno perduto, che l'innocenza dei bambini trasforma in qualcosa di gia' adulto