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HIDE YOUR SMILING FACES regia di Daniel Patrick Carbone

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  02/02/2018 10:23:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I giovani Eric e Tommy sono fratelli, vivono in un luogo dominato dalla natura, a stretto contatto con le sue spietate leggi dichiarate sin dalla prima sequenza in cui una biscia d'acqua inghiotte un pesciolino. La loro estate spensierata fatta di escursioni in case abbandonate e di combattimenti mai cruenti si oscura a causa della morte di un loro amico. Suicidio o incidente non ha importanza, fatto sta che la caducità dell'essere vivente irrompe senza permessi, causando un trauma.
Il destino ineluttabile, probabilmente mai preso in esame vista la tenera età, diventa scomodo compagno di viaggio, distorcendo l'immagine della vita sino a quel momento mai intaccata da pensieri cupi. L'incapacità di capire sino in fondo e soprattutto accettare esplode in rabbia, in ribellione verso punti fermi di un qualcosa di beffardemente imperfetto. Il paragone con la bellezza ingannatrice della natura sorge spontaneo mentre il corto circuito emotivo sfocia nella coscienza del poter far male, di essere possibili messia distruttivi soprattutto se capaci di usare un'arma.
Tra carcasse putrefatte e immagini di una natura rigogliosa ed impassibile si evocano certe riflessioni Malickiane a cui D. P. Carbone, nuovo interessante esponente del cinema indie, è sicuramente devoto. "Hide your smiling faces" si insinua in quei pensieri oscuri che in tanti tentiamo di insabbiare, non privo di difetti e decisamente lento nel suo incedere trova nel senso morale la sue fondamenta salvifiche. Azzeccate e molto significative due scene sul finale (l'orso, il padre), emotivamente potentissime.