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LA STANZA DELLE MERAVIGLIE regia di Todd Haynes

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The Gaunt     5½ / 10  23/02/2018 22:57:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Due epoche diverse, antitetiche dal punto di vista cinematografico, perchè questo viaggio all'interno della macchina cinema è figlia di un altro romanzo di Selznick, quello di Hugo Cabret. Dagli anni trenta del film di Scorsese a questo doppio binaro parallelo. Cinema muto in bianco e nero e cinema sgargiante di suoni e colori degli anni settanta. Anello di congiunzione due giovani accomunati dalla sordità, dalla deprivazione della sfera sonora. Visivamente il film di Haynes è ineccepibile, pieno di suggestioni visive e di rimandi alla storia stessa del cinema. I due personaggi persi dentro la Grande Mela sembrano quelle storie di orfanelli persi dentro le spire della grande metropoli. Però francamente ho trovato il tutto piutto freddo dal punto di vista emotivo. I personaggi stessi mi sono sembrati sperduti dentro l'apparato visivo di Haynes al pari di una narrazione un po' forzata ed artificiosa. Una scatola ben confezionata con meno sostanza di quanto mi aspettassi.
Invia una mail all'autore del commento marlamarlad  27/06/2018 19:43:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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The Gaunt  27/06/2018 21:52:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' semplicemente la differenza tra presenza ed assenza di coinvolgimento emotivo. Per me è un giocattolone ben fatto, perchè visivamente è molto bello da vedersi. E ti dirò di più. A distanza di qualche mese, tutte le scene che mi hai elencato nemmeno me le ricordo. E' un film che non mi ha lasciato la minima traccia.