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LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE regia di Terry Gilliam

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elio91     8 / 10  15/10/2011 10:39:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fiaba metropolitana,come giustamente è stata definita più volte nei commenti.
Gilliam continua il gioco a travalicare la linea sottile tra realtà e fantasia,che come nell'Esercito delle 12 scimmie assume significati ancora più complessi che in un Brazil (laddove fantasia rappresentava il sogno,l'evasione da una realtà burocratica e dispotica). Il sognatore qui è un folle nel vero senso della parola,un uomo la cui vita è stata bruciata da un terribile incidente voluto dal caso e che si è ridotto a vivere come un vagabondo. A causare la tragedia che ha distrutto la sua fragile psiche è stato,involontariamente,un deejay radiofonico che usa le parole a casaccio,cinico e aggressivo nei modi di fare. Quando si accorgerà di ciò che ha combinato proverà a rimediare.
Qui parte davvero il film,in cui Gilliam dosa più del solito gli eccessi visivi visionari per bilanciarli ad una realtà cruda e desolante dove la violenza è all'ordine del giorno. Parte dalla missione che si assume Jack,il deejay,di aiutare Parry per riportarlo alla ragione e dal continuo ribaltamento dei ruoli tra i due. Laddove il primo persegue ad aiutare il barbone-professore per un forte senso di colpa nei suoi confronti,cercando di riportarlo alla realtà. Ma il rapporto tra i due,come scritto,vive di un continuo ribaltamento di ruoli,e alla fine anche Jack sarà indottrinato dal suo amico nell'ottica del sogno (o della follia).

Sarà quasi inutile sottolineare la massiccia prova dei 4 protagonisti,Bridges e Williams per primi capaci di regalare momenti di grande intensità e di cambiare i propri personaggi in un viaggio interiore catartico da parte di entrambi.
Il lieto fine quindi ci può anche stare perché,oltre a dare un senso finale al messaggio del film (bilanciamento di realtà e fantasia e il contatto umano che salva entrambi i protagonisti dalle fauci di fantomatici "cavalieri di fuoco") bisogna anche dire che il regista non cerca per nulla di forzare i momento sentimentali.
Magari anche per questo non scorreranno lacrime a fiumi (ma il monologo di Williams/Perry è stupendo),però è una di quelle pellicole che difficilmente si dimenticano.
Eccentrica al punto giusto,forse un tantino sbilanciata nella durata eccessiva.