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A QUIET PLACE - UN POSTO TRANQUILLO regia di John Krasinski

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  20/04/2018 10:04:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vincente l'idea di eleggere il suono come nemico numero uno: in una società in cui il rumore impazza e la comunicazione vive su flussi incessanti, rendere un semplice dialogo o il minimo scricchiolio il lasciapassare per morte certa, oltre che assai brutale, si rivela mossa rischiosa ma senza dubbio azzeccata.
John Krasinski, anche attore per l'occasione, focalizza la sua notevole regia nel microcosmo familiare ed agreste di una coppia - con relativa prole al seguito- intenta a sopravvivere, non senza fatica, alle misteriose e mostruose creature colpevoli di aver sterminato buona parte della popolazione mondiale. È un orrore su scala ridotta e per questo concentrato e intimo, perfetto nel creare sintonia coi personaggi alle prese con una vita repressa ma anche con problemi molto meno "cinematografici" tra conflittuali rapporti genitori/figli, sensi di colpa e la sopportazione del dolore cagionato dall' assenza.
La forza del film sta proprio nel delineare un quadro umano molto plausibile con limitate ma decise pennellate; vero poi che alcune scelte narrative appaiono piuttosto forzate ed uno snodo in particolare risulta essere di natura fin troppo conservatrice oltre che illogica. Sono però magagne perdonabili di fronte a un'umanità per la quale si tifa con trasporto, a noi introdotta da uno splendido incipit di rara drammaticità e sostenuta da una recitazione, ovviamente soprattutto gestuale, di ottimo livello.
C'è poi la capacità di rendere la tensione palpabile e permanente proprio grazie all' estremizzazione della necessità di non produrre alcun suono (mi ha ricordato alla lontana un episodio della serie tv " Buffy" intitolato "Hush"), ricorrendo raramente ai jump scares (presenti senza esagerazioni e dislocati con intelligenza): merce rara davvero di questi tempi e quindi da salvaguardare senza alcun dubbio. Il finale scade un poco nel sovraccarico, isolato sbrodolamento di un film costruito con equilibrio dettato dagli stati emotivi accoppiati in maniera appassionante con l'inesorabile crescendo action.