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IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO regia di Yorgos Lanthimos

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JOKER1926     7½ / 10  22/03/2020 14:28:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impregnato in un'atmosfera marcia , "Il sacrificio del cervo sacro", è un film che riprende, con somma devozione, temi e immagini appartenuti al grande cinema d'autore.
La contaminatio artistica espressa da Yorgos Lanthimos è palese agli occhi dei cinefili. "Il sacrificio del cervo sacro", nella sua lancinante forma, è debitore nei confronti di almeno un paio di cineasti, su tutti Stanley Kubrick e Lars Von Trier.
Yorgos Lanthimos utilizza un plot apripista, insomma, le grandi manovre in questa produzione cinematografica, sono affidate ad una sceneggiatura robusta e ad un sapiente tecnicismo di regia.
La maestria di Lanthimos è di livello terminale, il film si basa su un sistema di inquadrature spettacolari, si ha l'impressione che i personaggi siano spiati da un qualcosa di più grande. Si respira un qualcosa di metafisico. Resta la migliore, senza alcun dubbio, la sequenza delle scale mobili (fotografata dall'alto), in questo caso, parliamo di alta scuola di Cinema.

"Il sacrificio del cervo sacro" riserva per il pubblico una visione angosciante e degente, difficile trovare momenti positivi in un film del genere; permane, per tutto il tempo, un alone algido e di solenne dramma.
In questo meccanismo, salgono perentoriamente in auge, il lavoro tecnico e i dialoghi. La tensione è costruita in maniera impeccabile, non dimentichiamo poi, il sonoro e la musica. Alcuni dialoghi, all'improvviso, sono stroncati da una micidiale musica, invasiva ed allarmante.
La musica ne "Il sacrificio del cervo sacro" svolge un ruolo di madornale rilievo, alle volte è debordante, altre volte ripetitivamente angosciante. Questo modus operandi artistico, usato dalla regia, prende spunti (probabilmente) anche da "Suspiria" di Dario Argento.

Il film è destinato ad un pubblico mentalmente adulto, non è una visione banale. Si respira, anche nelle situazioni più "normali" un qualcosa di malato e di sinistro. Improbabile, poi, cristallizzare in uno specifico settore di genere, questa pellicola. Parliamo, infatti, di un film d'autore vicino, per caratteristiche, ad un tipo di horror metafisico, ove la storia svolge lavori subordinati, ed è umilmente, al servizio di un progetto più grande.

Le metafore (esistenziali) e quelle meramente simboliche, in questo film, si sprecano. Il simbolismo e il dramma, nel nome di una specie di determinismo, sono più importanti del semplice discorso logico/narrativo. Questa è la volontà di Yorgos Lanthimos. Noi avalliamo totalmente il disegno.

"Il sacrificio del cervo sacro", per dramma e immagini, si gioca la sua partita con "Madre" di Aronofsky.

JOKER1926