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IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO regia di Yorgos Lanthimos

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  22/12/2017 10:15:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Famiglia agiata e imbrigliata in un tran tran senza scossoni, magari parecchio stramba (come solo Lanthimos riesce a descrivere) vive pacificamente la sua vita, mentre il padre intavola rapporti non meglio definiti con un sedicenne dall'aria un po' svagata. La prima parte del film è tutta basata sul rapporto ambiguo instauratosi tra il giovane protetto e il cupo Colin Farrell, il quale ben presto capirà che per lavarsi la coscienza non bastano pranzi o costosi orologi.
Vecchia storia quella dell' elemento estraneo capace, più o meno consapevolmente, di destabilizzare un nucleo in apparenza solido minato però da fondamenta marce. Ovviamente il banale da queste parte non esiste, si prendono strade da tragedia greca (e vorrei bene vedere vista la nazionalità del regista) e si spinge sulla crudeltà di storie figlie di tempi antichi e spietati.
Gesti estremi motivati dalla vendetta, messi in atto con iter in cui la spiegazione non è indispensabile; accadono perchè qualcuno dovrà essere punito e poco importa se al diretto responsabile è concessa la vita con la pena di vivere presumibili (ma non certi) sensi di colpa, in quella che diventa lettura del nostro tempo ove a pagare è spesso l'innocente.
Lanthimos scava nei rapporti famigliari trovando aridità e piccoli favoritismi: mette a nudo l'essenza dei protagonisti, sviscerandoli come nell'incipit dell'operazione cardiaca, ne coglie l'anaffettività di un modo basato sull'apparenza in cui il rimorso è anestetizzato. Resta il dubbio se questo esploda dopo il fantastico e crudele pre-finale alla Haneke, seguito da un conflitto di sguardi che sembra essere più accusa per l'irruzione illegittima che per ciò che essa ha compromesso.
"The killing of a sacred deer" mostra il lato oscuro dell'umanità tutta, a partire da un uomo dal passato morboso e dal presente apatico e da una donna (bravissima Kidman) generosa nel concedersi alla mdp ma glaciale nel ruolo di genitrice e amante. La visione d'insieme è depressa, spicca il disgusto per i personaggi nella messa alla gogna delle apparenze qui distrutte dall'assenza di certezze indispensabili all'uomo moderno, ulteriormente indebolite dall' individualismo cieco che in assenza di comunicazione e supporto reciproco attecchisce con facilità mostruosa.