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INGRID GOES WEST regia di Matt Spicer

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  18/04/2018 10:53:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra necessità di apparire ad ogni costo e narcisismo estremo i social sono diventati mezzo utilizzatissimo per ritagliarsi una fetta di celebrità, creando a volte personaggi ben più perfetti e immacolati rispetto a ciò che sono veramente.
Per queste eccellenze viventi non raro è entrare nel mirino degli stalker, che da virtuali spesso diventano minacciosamente reali: questo è in soldoni il tema affrontato da "Ingrid goes west", dramedy intelligente in cui con tono leggero, ma non per questo meno importante, si affronta un problema parecchio diffuso.
La "sbandata" di Ingrid nei confronti della sedicente fotografa di tendenza Taylor, oltre ad indurla a trasferirsi in California, la spinge a snaturarsi creando un'identità che possa attirare l' attenzione del suo desiderio. L'operazione riesce fino ad un certo punto, almeno fin quando verranno a galla da una parte le bugie e dall'altra le ipocrisie su cui è basato il loro rapporto.
Non è una demonizzazione bigotta dei social a prescindere, tant'è che l' interpretazione di questi mezzi di comunicazione (qui si utilizza Instagram) è ambivalente, può essere causa di rovina come allo stesso tempo di rinascita e affrancamento.
È più una riflessione su un mondo fatto di cotillon e lustrini sotto il quale viene nascosto l' inevitabile marciume, un'analisi della solitudine di certe persone acutizzata dalla menzogna e dall'urgenza di essere accettati, ovviamente a dir poco deleteria per menti già instabili inserite in dolorose situazioni personali.
Molto apprezzato il fatto di evitare inutili sermoni e di dimostrare come sia il più o meno adeguato impiego del mezzo a determinarne la pericolosità.
Un lavoro interessante illuminato dalla colorata e calda fotografia, capace di mettere a nudo con semplicità disarmante e grande amarezza di fondo la pochezza materialista dei tempi attuali.