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THELMA regia di Joachim Trier

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GianniArshavin     7½ / 10  26/03/2020 15:05:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diretto dal norvegese Joachim Trier, Thelma è un horror di formazione che abbraccia con maestria numerosi generi e svariate tematiche. La storia è incentrata sulla figura di Thelma, giovane studentessa di biologia educata secondo una rigida morale religiosa dagli asfissianti ed iper-protettivi genitori.
Già dalla prima, magistrale, scena è possibile intuire la levatura del lavoro di Trier. Thelma non è una ragazza come tutte le altre e nel vissuto suo e della famiglia si annida qualcosa di oscuro; l'iscrizione all'università, il trasferimento dalla provincia alla capitale norvegese e la scoperta delle prime pulsioni fino a quel momento represse diverranno in breve "la linea d'ombra" della protagonista, per il primo dei temi che il film veicola con maestria, risultando sempre perfettamente in equilibrio fra horror, paranormale e dramma.
Il personaggio di Thelma (una sorprendente Eili Harboe) è approfondito con sapienza in tutti i suoi turbamenti. L'intera storia è un viaggio sempre più intenso ed intimo nella vita della protagonista, dall'impatto con l'esperienza lontano da casa alla scoperta dei suoi poteri e dei misteri che riguardano i suoi genitori; proprio il rapporto con la famiglia è un altro dei temi centrali del film che esplode soprattutto nella seconda metà di visione.
Ma oltre ad un comparto di scrittura di prima categoria, Thelma colpisce anche nelle sue connotazioni squisitamente horror: non mancano le scene da ricordare, fra allucinazioni simboliche e momenti ad alto tasso di tensione emotiva. Trier con bravura e perspicacia riesce a tenere le sottili redini della commistione di generi fino alla fine della storia, evitando di straripare in un verso o nell'altro.
Come in molti avranno già intuito, con Thelma siamo dalle parti di un caposaldo del filone come Carrie, anche se non mancano vaghi rimandi a pellicole come Phenomena di Argento. Proprio il maestro italiano e De Palma sono fra gli ispiratori della qualitativa regia di Trier, che già nella seconda sequenza riprende una tipica tecnica (la god cam o l'obliqua dall'alto) tanto cara ai suddetti cineasti, miscelando richiami e citazioni alla rigorosità della scuola nordica, fatta di potenti primi piani, di silenzi studiati al dettaglio e di una ricerca introspettiva nella costruzione delle scene volta al massimo scavo psicologico dei personaggi.
Thelma è dunque entrato di diritto nel novero dei migliori horror del nuovo millennio, mai banale o conciliante e ricolmo di spunti di riflessione. Forse soffre di qualche passaggio eccessivamente derivativo nella stesura della conclusione e di una volontà dell'autore di dire troppo, di verbalizzare quasi tutti i risvolti narrativi ed intimisti della vicenda. Ciononostante il quarto (e per ora ultimo) lavoro di Trier è un'opera dalle molteplici sfaccettature: una riflessione sulla scoperta dei propri istinti che per la protagonista diventa metafora di crescita e consapevolezza, senza dimenticare il ruolo ambiguo dei genitori di lei. Una rilettura più personale ed introspettiva di tematiche affrontate da capolavori del passato come il già citato Carrie di De Palma.